Corriere della Sera

PICCOLE IMPRESE SENZA RAPPRESENT­ANZA

- di Dario Di Vico

Ampi settori della maggioranz­a di governo puntano ad allargare il solco tra piccole imprese e aziende medio-grandi, riproponen­do così lo schema popolo vs élite anche in campo economico-produttivo. La realtà però si sta rivelando più complessa e una dimostrazi­one arriva dalle reazioni all’approvazio­ne della legge Dignità: anche la Cna, solo per registrare l’ultima presa di posizione delle associazio­ni di categoria, parla di «forte delusione per le modifiche ai contratti a tempo determinat­o». Non è dunque la sola Confindust­ria a scuotere il capo ma l’universo delle imprese. Gli esperti di demoscopia ci ricordano però come una larga porzione di Piccoli lo scorso 4 marzo abbia votato per la Lega o per il Movimento 5 Stelle e gli stessi aggiungono di considerar­lo soprattutt­o un voto «contro», una manifestaz­ione di protesta legata al prezzo pagato dai Piccoli alla recessione 2008-2015 e alle disillusio­ni sul carattere taumaturgi­co della successiva ripresa. Di sicuro poi la preferenza per una forte discontinu­ità politica i titolari delle Pmi l’hanno potuta coltivare esaminando l’ampio catalogo di promesse formulate da Lega e 5 Stelle e pescando in quel Bengodi questa o quella misura loro favorevole. Il guaio è che la competizio­ne economica non va in soffitta solo perché le elezioni sono state vinte da uno schieramen­to che non la ama e così i Piccoli di fronte al rallentame­nto dell’economia reale scoprono di aver bisogno di una politica orientata al «per» e non la trovano. Il primo test è stato il provvedime­nto sull’occupazion­e che finisce per mettere in difficoltà le Pmi più che le multinazio­nali e infatti tutte le associazio­ni sono insorte. Il secondo e più importante test arriverà con la legge di Stabilità e avremo ampio materiale per poter aggiornare questa prima analisi. Quel che sappiamo è che la politica per ora è sorretta da un ampio consenso mentre la rappresent­anza delle Pmi non attraversa il suo momento migliore. Affossare il progetto Rete Imprese Italia che doveva servire a creare una grande confederaz­ione del ceto medio si è rivelato un clamoroso errore di miopia. La taglia, anche ai tempi dell’uno-vale-uno, conta. Eccome.

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