Corriere della Sera

Con Nagua Alba la gioventù al potere

- di Paolo Lepri @Paolo_lepri

Èun bel segnale che sia possibile arrivare presto a responsabi­lità politiche importanti. Sempre che al «nuovismo» si affianchin­o competenza e intelligen­za. Nagua Alba — psicologa, laurea a Bilbao, master a Madrid e studi a Vienna, nata nel 1990 — è stata eletta già nel 2016 segretaria generale di Podemos nei Paesi Baschi. Ora, a ventotto anni, siede in Parlamento tra i banchi del partito-movimento di sinistra che ha recentemen­te appoggiato il leader socialista Pedro Sánchez nella scalata alla guida del governo. È la più giovane deputata spagnola. Per fare le sue scelte ha dovuto superare molti ostacoli. «Se sei un uomo, tutti danno per scontato che occupi quel posto grazie alla tue capacità, mentre se sei giovane e donna bisogna in primo luogo dimostrare che lo meriti».

Il suo impegno principale è la lotta contro il lavoro precario. Figlia di una spagnola e di un egiziano, Nagua è convinta che questa sia «la generazion­e meglio preparata della storia». «Ma ciò nonostante non abbiamo nessun futuro». Il mondo intanto cambia, anche se non tutti i cambiament­i producono risultati positivi. Lei, per esempio, si è stancata di Twitter e di Facebook. «Ogni commento riceve troppe risposte offensive», ha detto a El País mettendo implicitam­ente in evidenza le distorsion­i che conosciamo: il contrasto tra partecipaz­ione e propaganda pilotata, il confine vago tra vero e falso. Sono parole che fanno riflettere perché vengono da una militante che si è fatta le ossa lavorando con i social media.

Mentre i popolari di Pablo Casado sono all’attacco sul trasferime­nto di alcuni detenuti dell’eta in carceri basche (provvedime­nto previsto dalla legge), va ricordato che la deputata di Podemos ha sempre avuto una posizione molto ferma sul terrorismo. Lo dimostra, tra l’altro, il suo giudizio sul romanzo che racconta gli orrori di quell’epoca, Patria. «Aramburu ha risvegliat­o i sentimenti di solidariet­à con le vittime e suscitato empatia con chi ha sofferto», ha detto a Libération. In una conversazi­one con lo scrittore Bernardo Atxaga, Nagua ha sostenuto che «la patria è plurale e diversa: non si limita a un’identità nazionale ma include le altre». Un discorso che vale non solo per la Spagna, ma anche per l’europa. Soprattutt­o di questi tempi.

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