Catarifrangenti Il pallore è fuori moda
Le tinte accese ridefiniscono i codici di una femminilità decisa e coraggiosa Da tempo non si vedeva una palette cromatica così ricca e «abbagliante»
Donne e uomini in evidenza, anche nella notte. I colori catarifrangenti, quelli delle segnaletiche stradali e dei pennarelli dalla punta a scalpello utilizzati per richiamare l’attenzione su alcune sezioni di un documento — rosa, arancio, giallo, verde, celeste — sono l’aspetto più nuovo della moda che interpreta lo spirito del tempo. Mai si era vista una paillette cromatica più viva e abbagliante.
Ridisegna i codici di una femminilità forte e coraggiosa che piace alle giovani generazioni ma ha come interprete assoluta una donna dal fascino speciale, la regina Elisabetta. Sua Maestà a giugno è apparsa nel tipico total look e cappellino fiorito di un color giallo abbagliante, identico a quello delle cerate indossate dai ragazzi di Donatella Versace sulle passerelle dell’estate 2019. E si è ripresentata in vacanza a Balmoral con un bel blu copiativo, quello che nell’evidenziatore è sempre troppo forte.
Ci vuole carattere per indossare i colori fluo. Ed è proprio questo l’incitamento della moda. Da sempre Miuccia Prada si interroga su estetica e funzione. Per l’autunno inverno 2018/2019 ha immaginato donne che corrono visibili nella notte, coraggiose e spavalde («l’altra sera camminava sola e mi sono sentita insicura», raccontava la stilista poco prima della sfilata).
Gli abiti evidenziatore sono a-temporali e un po’ interplanetari, perfetti anche per le vacanze nello spazio che si profilano all’orizzonte (molto vicino). Spacex, la società fondata da Elon Musk, sta sviluppando una nave spaziale in grado di lanciare nello spazio fino a 200 persone, come ha ricordato Nicola Di Turi su Corriere.it (i primi viaggi in orbita dall’italia sono previsti partire dal 2020).
La moda cita se stessa: gli Anni 80, periodo d’oro in cui conquista il mondo con quella capacità di unire funzionalità ed eleganza semplice. Con Gianni Versace maestro assoluto dei colori pop usati con liberi accostamenti come un pittore sul corpo delle donne per renderle spettacolari e farle sentire uniche, ispirandosi a tutti i periodi dell’arte di cui era grande conoscitore, dall’antichità al Rinascimento, dal Barocco al Futurismo.
Ripudiati i colori pastello — il pallore è fuori moda — le donne oggi si sentono libere di passare da un abito da sera fluo indossato sul red carpet con le decolleté o la borsa nelle stesso tono brillante (Sarah Paulson e Zendaya) a cerate e pantaloni over gialli come quelli dell’equipaggiamento anti infortunio (Maison Mar-
giela Artisanal) o minigonne in Pvc arancio portate sopra agli short in denim (Jeremy Scott).
Colori e patchwork. Vestiti, giacche e completi dell’autunno sembrano tranciati a metà, da una parte arancio, dall’altra fucsia (Carolina Herrera e Marine Serre), il tailleur di Marc Jacobs ha il pantalone metà fucsia metà viola e la giacca di sette colori diversi, le maniche una fucsia una ocra. Capi che sembrano usciti da un guardaroba dei Futuristi. Ricordano gli Abiti Simultanei di Sonia Delaunay, artista che ebbe l’idea di creare la sua linea nel 1911, quando fece una coperta per il figlio cucendo insieme tanti pezzi di stoffa di diversi colori e materiali (continuò a progettare moda anche dopo la chiusura della maison, fino alla metà degli Anni 60). Per non parlare del Futuristic suit di Giacomo Balla che cominciò a disegnare i suoi vestiti negli Anni 20 e a curarne la fattura per «coniugare l’espressione dell’arte con la vita quotidiana».
I colori e le forme non erano scelti a caso. Balla credeva che il corpo umano e i suoi abiti si completassero attraverso le strutture geometriche e l’organicità dei colori. Definiva il rosso brillante muscolare, mentre i colori flourescenti e luminosi corrispondevano all’«energia del corpo».