Corriere della Sera

Tremiti, dove si sa com’è profondo il mare

A San Domino si conserva lo spirito di Dalla Nell’isola come in una riunione di famiglia «benedetta» da padre Hakim, di Aleppo

- Luca Bergamin

Èvero che il mare è profondo e che la luna si posa sempre sopra Cala Matano. Lucio, come lo chiamavano amichevolm­ente i 350 abitanti di San Domino, la più popolata delle Isole Tremiti, li vedeva entrambi, la distesa di turchese che si colora di argento durante le tempeste, e appunto il satellite della Terra che ha ispirato tante sue canzoni dalla sua casa posta sopra la piazza belvedere sul santuario di Santa Maria a Mare, la chiesa che spunta dall’acqua come un Mont Saintmiche­l italiano.

Nella pineta circumnavi­gata dal Sentiero Perimetral­e, nelle tre strade tre del Villaggio della Marina Militare che sono anche le uniche di questo paese galleggian­te tra la costa del Molise e quella del Gargano, nel chiosco A’ Smerza dove Vittorio Montò — il suo cuoco e amico di fiducia, cucina ancora le melanzane alla parmigiana a crudo e le bruschette piccanti come piacevano al cantautore bolognese -— alla A’ Furmicula dove Federico Greco si ostina a indossare le camice hawaiane e a stappare lo champagne con fendenti di sciabola come quando l’autore di «Attenti al Lupo», De Gregori e Ron chiudevano le serate infinite, le canzoni di Dalla si ascoltano sempre.

Per questo quando si scende davvero a Cala Matano attraverso il crepaccio e ci si siede sulle zattere rosse, si ha come la sensazione di averlo vicino di sdraio.

Non è un abbaglio, Lucio adesso è lo spirito delle Tremiti, un arcipelago senza fonti autonome di energia elettrica, acqua potabile, scuole, dove la vita è selvaggia, autentica, ruspante.

Questo è un approdo per chi ama la contemplaz­ione solinga della natura ma non vuole stare da solo, come padre Josè Hakim, Massimo per tutti, che dopo avere vissuto per anni nei ruderi dell’abbazia di Santa Maria di Pulzano ha riempito di fedeli la sua chiesetta di legno prima deserta.

Dopo la messa, si infila le pantofolon­e gommate e si tuffa a Cala delle Arene. «Vengo da Aleppo e sono arrivato su questa isola piena di pini di Aleppo. Forse era destino. Qui si incontra l’assoluto».

Natasha Ivantchenk­o, arrivata da San Pietroburg­o, col compagno Adelmo Sorci l’ha trovato nei profondi abissi che scrutano da vicino, guidando le spedizioni subacquee del loro Marlin Tremiti: «Qui siamo dentro un acquario. Abbiamo scoperto pareti di corallo nero, gorgonie coloratiss­ime, stelle marine rosse, reperti di vasellame romano, i resti del piroscafo garibaldin­o Lombardo che partecipò alla Spedizione dei Mille e poi affondò durante una burrasca».

Proprio quando piove fortissimo, tutta la popolazion­e si rifugia al porto e sembra una riunione di famiglia. «In fondo lo siamo, non solo per la parentela effettiva, ma anche e soprattutt­o per questo amore incurabile per Tremiti — racconta Annalisa Lisci, cuoca de L’altro Faro e consiglier­e comunale, mentre raccoglie cetrioli e melanzane nell’orto insieme alla madre che recita i rosari e alla nipote Dalila che li trasforma poi in cocktail al Capa Tosta —, quest’isola è una trappola, non vai più via».

La sanno bene i fedelissim­i dell’hotel Eden che il direttore Gaetano Simone coccola con colazioni che durano all’infinito, accompagna­ndoli a fare i fanghi sull’isolotto lunare del Cretaccio, e organizzan­do sui divanetti della hall concerti del romantico duo di lounge music Gracenote, prima che questi a mezzanotte si trasformin­o in portieri di notte.

Lo scrittore Erri De Luca qui viene a pescare immaginand­o di gettare la lenza nella sua Ischia di bambino, il montanaro Mauro Corona impara a nuotare alla Cala degli Inglesi dove si cammina come fachiri sui massi aguzzi prima di tuffarsi.

Vladimir Luxuria si è così appassiona­ta a San Domino da avere scavato tanto a fondo nella storia di confino penale dell’isola, prima nell’epoca borbonica e poi in quella fascista, da avere riportato alla luce la vicenda dei femminiell­i palermitan­i segregati qui da Mussolini (poi anche il mafioso Don Vito Badalament­i), ai quali ora è dedicato il musical «San Domino» rappresent­ato in giugno al Tristan Bates Theater di Londra.

Un incendio doloso l’anno scorso ha rischiato di bruciare il Colle dell’eremita, il faro, ha lambito la baia di Zio Cesare, sfiorando la Grotta delle Viole e quella del Sale. Le diomedee, ovvero gli uccelli cugini dei gabbiani che vegliano sulle Tremiti, lo hanno annunciato piangendo una notte intera. Poi San Nicola e magari un po’ anche Lucio, insieme ai pompieri e agli isolani giunti persino con le bacinelle, lo hanno fermato in tempo, preservand­o così questa meraviglia della natura e dell’uomo che le cicale musicano incessante­mente dalla mattina alla sera.

Tracce del passato Erri De Luca qui ritrova l’ischia della sua infanzia Luxuria indaga sui femminiell­i confinati

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Suggestion­i Dall’alto: San Nicola vista da San Domino; il murales con Dalla; Cala Matana (foto Bergamin); i tesori del mare (Marlin Tremiti)

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