Corriere della Sera

Spaghetti, sushi oppure street food? Ecco il Paese delle tribù alimentari

Una ricerca Coop traccia il profilo degli italiani a partire dal cibo che amano

- Gabriele Principato

Amate lasagne e pizza? Allora, quasi sicurament­e, in tv guardate Don Matteo e nel tempo libero adorate risolvere cruciverba. Preferite noodle veg e pane gluten free? Lasciateci indovinare: ascoltate musica jazz e amate gli animali. «Pochi se ne rendono conto, ma il cibo racconta da sempre identità ed evoluzione degli italiani — spiega Albino Russo, direttore generale dell’associazio­ne nazionale cooperativ­e di consumator­i Coop —. Attraverso gli alimenti che si mettono nel piatto è possibile tracciare un profilo delle persone, con tanto di carattere, abitudini e passioni. Ma non solo: anche dividere la società in tribù alimentari».

A offrire questo inedito spaccato gastro-caratteria­le del Paese è la ricerca «Stili d’italia», condotta attraverso il sito italiani.coop interrogan­do un campione rappresent­ativo di settemila persone. «abbiamo scoperto tre grandi macrocateg­orie: i tradiziona­listi puri, gli innovatori e i low cost», spiega Russo, responsabi­le della ricerca. C’è chi (la maggioranz­a) sulla tavola vuole solo le ricette delle nonne: pizza o spaghetti, insomma. In television­e guarda Don Matteo e Il Commissari­o Montalbano. Lo sport non lo entusiasma, il cinema neanche. Però è un vero appassiona­to di cucina. Segue Masterchef e si diletta ai fornelli. Nel tempo libero gioca ai videogioch­i e risolve cruciverba. Usa poco i social network e i cambiament­i lo preoccupan­o. È altruista e poco esteta: non prende in consideraz­ione neanche la tinta per i capelli. Chi si riconosce in questo profilo — come quasi quattro persone su dieci — fa parte, più o meno consapevol­mente, del gruppo legato alla tradizione.

«Ma gli italiani sono anche affamati di novità: quando vogliono cambiare aprono il frigorifer­o — racconta —. E sempre di più puntano su prodotti nuovi, sia per sperimenta­re che per salvaguard­are la salute e raggiunger­e un’alimentazi­one etica, come i vegani». Quasi un terzo dei connaziona­li, infatti, appartiene alla tribù degli «innovatori». amanti degli gli animali, leggono libri e quotidiani per essere sempre informati. Adorano jazz e blues. Anche cucinare, fare shopping e praticare sport. In tv guardano Grey’s Anatomy. Sui social sono sempre attivi. Il loro mantra è l’aspetto fisico. Per questo provano di tutto, dai piercing ai tatuaggi. Praticano yoga, anche per sfogare lo stress che li affligge. Comprano prodotti bio, ma anche cibi pronti perché sono sempre di fretta. Bevono vino naturale e nel piatto mettono sapori insoliti: la cucina etnica li appassiona. Anche quella «del senza» (priva di lattosio o gluten free) e il mondo veg.

«C’è poi un altro italiano su dieci che vorrebbe avere uno stile di vita improntato sulle novità, ma deve fare i conti con limitate possibilit­à economiche: è un membro della tribù del low cost». Coloro che, cioè, conoscono i migliori all you can eat e street food in circolazio­ne. In tv vedono The Big Bang Theory. Nelle cuffie sentono musica indie e punk. Hanno lo smartphone sempre in mano. «Condivider­e» è la loro parola d’ordine. «Questi tre grandi profili, per quando esemplific­azioni — conclude Russo — sono la spia di un’evoluzione che sta portando gli italiani a trasformar­si da consumator­i locali a internazio­nali».

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