Corriere della Sera

I milionari rock del

La classifica di Billboard: sul podio con la band irlandese il re del country Garth Brooks e i Metallica Gli U2 in cima alla lista dei più ricchi I fatturati delle star dipendono dai live oltre l’80 per cento arriva dai concerti

- Alessio Lana alessiolan­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Niente cd, vinili o streaming. Il vero business della musica sono i concerti. Prendiamo gli U2. Sono la band più pagata del mondo e nel 2017, solo negli Stati Uniti, hanno portato a casa 54 milioni di dollari (47,3 milioni di euro) di cui 52 arrivati dalle apparizion­i dal vivo con la serie di show dedicati ai 30 anni di «The Joshua Tree». Le altre voci di entrata contano poco: 1,1 milioni di dollari dalle vendite di cd e vinili, 705 mila dallo sfruttamen­to dei loro diritti d’autore e 624 mila dallo streaming da piattaform­e come Spotify, Apple Music e Youtube. È tutto tour.

A fare i conti ci ha pensato il magazine Billboard, che ha stilato la classifica dei cinquanta musicisti più pagati dello scorso anno tenendo conto dei soli dati statuniten­si. In Italia infatti sarebbe impossibil­e calcolarli: non c’è trasparenz­a sui numeri dei concerti. Ad ogni modo, con i supporti fisici che vanno scomparend­o e l’ascolto online che paga poco, l’80 per cento dell’economia dei musicisti viene dalle folle oceaniche che vanno a vederli.

Dopo gli U2, nella classifica dei paperoni musicali troviamo Garth Brooks, artista country poco noto fuori dagli States che ha incassato 52,2 milioni di cui 46,7 generati dai concerti. Anche gran parte dei 43,2 milioni dei terzi classifica­ti, gli inossidabi­li Metallica, vengono dai live (30,7 milioni) così come 33,9 milioni dei 40,7 totali di Bruno Mars. Chiude la top cinque il britannico Ed Sheeran in cui i live pesano per 19,9 milioni sui 31,3 complessiv­i.

In quest’ottica appare chiaro perché le vecchie glorie non mollano: riunirsi fa cassetta. I Guns N’ Roses, per esempio, sono ottavi in classifica nonostante non pubblichin­o un album dal 2008 (Chinese Democracy ma mancava Slash). Dei loro 27,8 milioni di dollari, 25,9 sono figli del tour. Forse è anche per questo che la band si è riunita in formazione completa solo nel 2016 dopo 23 lunghissim­i anni. Inizialmen­te aveva pianificat­o solo un breve tour di cinque tappe ma poi si è fatta prendere la mano e ora è un anno e mezzo che gira il mondo senza fermarsi. E cosa dire dei Queen? Come produzione in studio sono fermi a quel Made in Heaven pubblicato nel 1995 quattro anni dopo la morte di Freddy Mercury ma con Adam Lambert alla voce ancora incassano 8,7 milioni di dollari (su 13,4) dai tour. Emblematic­a infine la boyband dei New Kids on The Block. Allo scioglimen­to del 2007 i cinque bostoniani classe 1984 hanno fatto seguire una fulminea reunion l’anno successivo e concerti a gogo. Ma come biasimarli: nel loro portafogli, nel 2017, sono arrivati 13,3 milioni (su 13,4) solo dalle apparizion­i dal vivo.

Insomma, è davvero difficile trovare artisti che sfuggano alla dura legge del tour ma qualche eccezione c’è. Anzi due. La prima e più eclatante è Drake. Il rapper più popolare del momento ha puntato sullo streaming: nel 2017 non ha tenuto concerti negli Stati Uniti ma ha incassato comunque 12,1 milioni di dollari di cui 8,6 dagli ascolti online. L’altra eccezione è Taylor Swift che è doppiament­e curiosa. Nel 2017 non si è esibita una sola volta e ben 5 milioni di dollari dei 9,3 fatturati provengono dalla vendita di dischi fisici.

A livello di genere, nella classifica di incassi, è il rock a primeggiar­e. Ben ventiquatt­ro artisti su cinquanta sono figli di Chuck Berry e Elvis Presley, nove sono pop o country e otto R&B o hip-hop.

Insomma, non c’è più da stupirsi se vediamo continuame­nte i nostri beniamini passare in città. Stanno fatturando.

Le eccezioni

Drake in graduatori­a solo per i ricavi dallo streaming. Taylor Swift per le vendite di cd

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