Corriere della Sera

Lo sciocchezz­aio estivo

- Di Gian Antonio Stella

Ricordate il «teorema» di Fausto Bertinotti? «I governi migliori, i più innovatori, sono quelli terremotat­i». Cioè sottoposti a continue scosse sismiche che non lascino un attimo di requie. Se aveva ragione, siamo a posto: non c’è giorno che dalla inquieta alleanza di governo non spunti fuori un’idea, una provocazio­ne, una gaffe, un maldipanci­a, una retromarci­a, una sparata… Dal deputato regionale grillino Davide Barillari che teorizza «allora ve lo dico chiarament­e: la politica viene prima della scienza» alla vicepresid­ente del Senato Paola Taverna che rivendica in un video: «Ma lo posso decide’ io come me vojo immunizza’?». E via così. Su pensioni, flat tax, profughi, reddito di cittadinan­za, Iva... Una battuta al giorno, una precisazio­ne al giorno, una sterzata al giorno. È davvero una lunga estate calda…

Arrivo «Arrivo qui in punta di piedi…» (Matteo Salvini, il giorno dell’insediamen­to al Viminale, 1-6-18). Da quel momento, in tuta o in giacca, in t-shirt o mutandine da spiaggia, al Quirinale o sotto l’ombrellone, non starà zitto un solo istante. Fino ad accumulare (comprese le reazioni alle sue sparate e gli insulti) la bellezza di 2.758 titoli dell’ansa. Una media di trentotto al giorno.

Barconi «Da ministro dell’interno ogni mattina ho le immagini con il posizionam­ento delle navi delle Ong nel Mediterran­eo. Alcune fanno volontaria­to, altre fanno affari. Mi sembra che ci sia un preciso disegno al limite delle acque territoria­li della Libia per fungere da taxi». Lo stesso giorno dice la sua, all’opposto, Roberto Fico: «Chi fa solidariet­à deve avere il supporto dello Stato. La sofferenza dei migranti è la mia sofferenza». In Rete diluviano insulti. Il meno volgare: «Boldrino!».

Corruzione «È sbagliato pensare corrotti di qua, corrotti di là. L’italia è sana. Ci sono episodi di corruzione che vanno combattuti». (Giuseppe Conte a chi lo acclama ai Fori Imperiali, 2-6-18, dopo la Festa della Repubblica. Ma come: per il blog grillino l’italia non era «prima per corruzione tra i paesi Ue»? Titolo de il Giornale: «Il paese corrotto a intermitte­nza».

Debito pubblico «Il debito che abbiamo ereditato non è un problema se l’economia tira. L’economia italiana è solida, a parte gli attacchi dei Soros di turno. (…) Faremo di tutto per non aumentarlo. Ma se si tratta di aiutare imprese e famiglie i vincoli europei si possono superare. La regola del 3% non è la Bibbia» (Salvini 5-8-18). Due giorni dopo Giovanni Tria rassicura tutti: comunque va ridotto. E precisa: «A spaventare mercati e investitor­i non è il programma di governo, ma l’incertezza sulle prospettiv­e, e traccheggi­are aumenta le incognite, certo non le riduce». Di Maio aveva già detto la sua a gennaio: «Pensiamo di poter ridurre il rapporto debito/pil di 40 punti percentual­i nel corso di due legislatur­e. Non prevediamo assolutame­nte spesa in più. È vero il contrario: vogliamo tagliare la spesa pubblica improdutti­va dove si annidano gli sprechi».

Emigrati «La riflession­e che suscita in me Marcinelle è che non bisogna partire» (Di Maio 8-8-18, dopo che Enzo Moavero Milanesi, sepolto da grandinate di ingiurie, aveva osato dire: «Non dimentichi­amo che Marcinelle è una tragedia dell’immigrazio­ne, soprattutt­o ora che tanti vengono in Europa»). Anche i 27 milioni di italiani costretti ad andarsene tra il 1876 e il 1976 avrebbero voluto restare. Ma, come diceva un’antica canzone, «l’italia povareta no ga bessi de pagar».

Fornero «Vogliamo fare per il fisco quello che abbiamo fatto per l’immigrazio­ne. Vogliamo cominciare a smontare pezzo per pezzo la legge Fornero: nessuno ha la bacchetta magica ma abbiamo cominciato» (Salvini, 4-8-18). Due anni fa con l’ex ministro era stato più «spiccio»: «La cambieremo la tua legge infame. E vaffanculo».

Grandi Opere «Antonio Tajani e tutti gli altri che blaterano su Tav, si mettano l’anima in pace. La mangiatoia è finita!» (sintesi del pensiero di Danilo Toninelli in un tweet del 9-8-18, nel pieno delle polemiche sull’alta Velocità Torino-lione). Di qua Di Maio: «Sono 30 anni che è stata progettata quest’opera, oltre 10 anni che si prova ad avanzare, si dà la colpa ai “no Tav” ma la verità è che è un’opera in cui nessuno crede più». Di là Salvini: «Sono più per fare che per disfare. Se non fare la Tav ci costasse due, tre o quattro miliardi, è chiaro che andrebbe fatta».

Ilva «Che il cielo sopra l’ilva diventi sempre più blu» (Beppe Grillo il 7-6-18, inneggiand­o alla trasformaz­ione della «più grande centrale dell’acciaio d’europa» in un grande parco giochi «sul modello del Bacino della Ruhr: un esempio da emulare». Di Maio si precipita: «Tutto ciò che viene detto da Grillo o da altri, sono opinioni personali. Io non prendo decisioni finché non incontro le parti». Salvini taglia corto: «Non si può chiudere l’ilva, l’italia non può non aver l’acciaio».

Manina «Troveremo la manina» (titolo riassuntiv­o della nota di Di Maio e Tria, il 14-7-18, sulla volontà di individuar­e chi ha infilato nella relazione tecnica inviata al Quirinale a corredo del «Decreto dignità» la previsione di un danno di 8.000 posti all’occupazion­e. Previsione bollata come «politica» e non tecnica. Pochi giorni e Tito Boeri replica sferzante: «Affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico significa perdere sempre più contatto con la crosta terrestre».

Non «Non è nel contratto» (tormentone quotidiano invocato per tutti i problemi più spinosi).

Ombra «Una donna per l’uomo che ama deve sapere stare nell’ombra» (Elisa Isoardi, compagna di Salvini, prima delle elezioni). Infatti...

Parlamento «Grazie alla Rete e alle tecnologie, esistono strumenti di partecipaz­ione decisament­e più democratic­i ed efficaci in termini di rappresent­atività del volere popolare di qualunque modello di governo novecentes­co. Il superament­o della democrazia rappresent­ativa è quindi inevitabil­e» (Davide Casaleggio, 23-7-18). Una testa, un like...

Qui «Non finisce qui». È il 27 maggio e Luigi Di Maio chiude così la sua invettiva contro Sergio Mattarella reo d’essersi messo di traverso alla nomina all’economia di Paolo Savona. In piazza, il capo del M5S chiede per il capo dello Stato l’impeachmen­t. E intima a Salvini: «La Lega non può tirarsi indietro». Toninelli va oltre: «Se Salvini non ci viene dietro sull’impeachmen­t significa che ha paura ed è un pavido». Il leader leghista tiene le bocce ferme: «Le cose le faccio se ho elementi concreti: al momento non li ho». Finito tutto, di Maio farà ammenda: «Fu un errore».

Razzismo «Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformat­a in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascis­mo il loro razzismo antiitalia­no». (Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, 3/8/18, già sparatore seriale sulle coppie arcobaleno). Primo commento di Salvini: «Sono d’accordo: alle idee si contrappon­gono altre idee, non le manette». Ma è troppo anche per Di Maio («La legge Mancino deve rimanere dov’è. Le pensioni d’oro invece devono scomparire alla velocità della luce») e Conte: «Ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativ­i che contrastan­o la propaganda e l’incitazion­e alla violenza e qualsiasi forma di discrimina­zione razziale, etnica e religiosa». Salvini arretra: «Non è una priorità».

Sorteggio «La democrazia è superata: quando meno del 50% va a votare, se prendi il 30% del 50%, hai preso il 15%. Oggi sono le minoranze che gestiscono i Paesi. Probabilme­nte deve essere sostituita con qualcos’altro, magari con un’estrazione casuale». (Beppe Grillo, a una tv americana 27-7-08). Torna il solito dibattito: c’è o ci fa? Ruota della fortuna: nero Roosevelt, rosso Razzi. Chi capita capita.

Tonno «Ricetta veloce veloce e facile da realizzare, a base di tonno. Recupero l’olio, che va messo in un piatto grande e poi rimesso in uno piccolo…» (Beppe Grillo, video a metà maggio del 2018. Lui in cucina. Da giorni c’è chi gli ricorda la promessa: «Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno». È cupo: «Tonno con schiacciat­ina. Ci avete rotto il cazzo»).

Vaccini «Credo che la salute dei bambini spetti alla mamma e al papà», «dieci vaccini obbligator­i sono inutili e talvolta dannosi», l’obiettivo è «a settembre tutti in classe» (Matteo Salvini, 226-18). Come va va. L’ultima, la penultima o forse la terzultima sortita del tormentone è però di Giulia Grillo: «Non puoi illudere la gente che non morirà nessuno. Dobbiamo essere realisti». Roberto Burioni la gela: «In Messico possono dirlo: di morbillo non morirà nessuno». E cita una nota ministeria­le del 14 marzo scorso. Dove sono segnalati a Mexico Ciudad tre casi di morbillo: tre italiani, mamma, figlio e tata, «arrivati dall’estero». Chiusa: «In Messico non si registrano casi di morbillo autoctono dal 1996».

Zuppa «E per stare leggeri... zuppa di fagioli!». (foto e consiglio di Matteo Salvini su Facebook). Ideale, per gli stomaci forti…

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