«Primarie aperte e asse con Meloni O regaleremo Matteo ai grillini»
Toti: FI non faccia un’opposizione rancorosa
ROMA La rottura in Abruzzo certifica la fine dell’alleanza fra Lega e Forza Italia?
«Alle Regionali in Abruzzo mancano molte settimane. E voi sapete benissimo che in politica anche 24 ore sono un’eternità».
Giovanni Toti, alto dirigente di Forza Italia, governatore della Liguria e figura di raccordo fra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, si trova a Bocca di Magra, provincia di La Spezia, ed è più che convinto che «il centrodestra ha tutto lo spazio per recuperare il dialogo, ma a una condizione».
Quale?
«Dobbiamo renderci conto che si è chiusa un’epoca e se ne è aperta un’altra. D’altro canto, le tensioni che ci sono, e non solo in Abruzzo, sono un sintomo e non la malattia».
È una critica nei confronti di Silvio Berlusconi?
«No, ma pensare di affrontare il mondo del 2018 con gli schemi del 1994 è faticoso e probabilmente inutile. Forza Italia ha bisogno di cambiamenti profondi».
Non è stata sufficiente l’operazione di rinnovamento attuata nelle scorse settimane?
«Non è una questione di nomi e di facce. Ma di metodo e perimetro. È secondario scegliere Antonio Tajani, Adriano Galliani o Giovanni Toti».
E allora cosa avrebbe dovuto fare il leader azzurro?
«Il tema è come vengono selezionati e con quale scopo. Da qualche mese si parla di profondo rinnovamento per fare ritornare Forza Italia l’ala moderata del centrodestra. Bene, sono d’accordo. Ma per farlo davvero occorrono congressi veri, basati non sulle tessere ma sul coinvolgimento degli amministratori locali e dei militanti».
In realtà si parla già di un’urna ad hoc per le liste civiche ai prossimi congressi.
«Faccio parte della commissione che dovrà stabilire le regole. Ecco le mie regole sono semplici: niente urne ad hoc, niente tessere, niente rendite di posizione. Per metà gli organismi dirigenti, siano essi comunali, provinciali e regionali e anche nazionali dovranno essere scelti dagli amministratori ma anche dalle liste civiche che si riconoscono nel centrodestra moderato. E per l’altra metà dagli elettori che vogliano dire la propria».
Tradotto: vuole introdurre le primarie?
«Qualcosa di simile. Chiamiamole primarie, chiamiamole assemblee aperte. Questo è l’unico modo per mettere tutto in discussione».
Lei invoca congressi aperti, primarie e niente tessere. Intanto l’alleanza tra voi e la Lega sembra essere virtuale.
«In diverse regioni, penso alla Lombardia, al Veneto, alla mia Liguria, al Friuli Venezia Giulia, l’alleanza Lega-fi funziona benissimo. Per non disperdere questo patrimonio dobbiamo ripensare a un nuovo centrodestra a due gambe».
Ci spieghi meglio.
«Una gamba è quella leghista che trovato la sua dimensione, il suo leader e alcuni temi da proporre all’opinione pubblica. Questa gamba è forte ma non è autosufficiente».
E l’altra?
«C’è poi bisogno di una seconda gamba che rappresenta chi votava e chi vota Forza Italia, Fratelli d’italia, il mondo civico e il mondo cattolico».
In sostanza dice di andare oltre il vostro attuale partito?
«Difficilmente riusciremo a far tornare a casa chi ci ha abbandonato se non cambiano le cose. La mia idea è un Pdl 4.0. che chiarisca la sua collocazione a destra e l’alleanza strategica con la Lega. Se non faremo così regaleremo il Carroccio ai grillini».
L’accusa che viene rivolta a Forza Italia è di fare asse con il Pd.
«Oggi le posizioni di Forza Italia sono talvolta analoghe a quelle del Pd perché sono entrambi all’opposizione».
Come dovrebbe mutare l’atteggiamento di Forza Italia nei confronti dell’esecutivo?
«Secondo me Forza Italia deve trovare la cifra esatta con cui fare opposizione. Deve essere un’opposizione rigida di fronte ad alcuni temi, penso ad esempio alla modernizzazione del Paese. Allo stesso tempo deve essere in grado di cogliere le novità di questo esecutivo, che esprime la voglia di cambiamento del corpo elettorale. In una battuta, non deve diventare un’opposizione rancorosa».
È in corso l’opa della Lega su Forza Italia?
«No, credo che sia in atto uno sfarinamento del centrodestra. Un po’ per disaffezione, un po’ per l’indeterminatezza dell’offerta politica. Ma, attenzione: la Lega ha dei limiti strutturali. D’altro canto, neppure la Dc di Alcide De Gasperi è riuscita a governare da sola questo paese».
Rottura in Abruzzo? Alle Regionali mancano molte settimane e in politica anche 24 ore sono un’eternità
Il centrodestra ha tutto lo spazio per recuperare il dialogo La seconda gamba
«Penso a un Pdl 4.0, la seconda gamba del centrodestra con FDI e il mondo civico»
Forza Italia ha bisogno di cambiamenti profondi. Pensare di affrontare il mondo del 2018 con gli schemi del 1994 è faticoso e inutile. Servono congressi veri, basati non sulle tessere ma sugli amministratori locali