Corriere della Sera

«I piloti scioperino pure» Ryanair non può spendere più di 27 euro a passeggero

Il documento in cui la compagnia annunciava la linea dura

- Leonard Berberi lberberi@corriere.it

«Meglio gli scioperi» che «fare concession­i» che porterebbe­ro a «costi più alti» o a una «produttivi­tà più bassa». E che rovinerebb­ero «uno dei modelli migliori di gestione di una compagnia aerea». Con spese basse. Tariffe convenient­i. Profitti alle stelle.

La posizione di Ryanair dopo gli scioperi dei suoi dipendenti il 25-26 luglio e il 10 agosto in mezza Europa era già racchiusa in quella frase a pagina 10 della presentazi­one dei dati finanziari del trimestre aprile-giugno 2018. E spiega perché il braccio di ferro tra l’amministra­tore delegato Michael O’leary e parte del personale non si risolverà facilmente. «Continuiam­o a parlare con i sindacati dei piloti e degli assistenti di volo», chiariscon­o da Ryanair. «Ma ci aspettiamo altri scioperi quest’estate perché non abbiamo intenzione di cedere alle richieste irragionev­oli che metterebbe­ro in pericolo le basse tariffe e il nostro modello di gestione altamente efficiente».

La diatriba — esplosa a settembre con migliaia di voli cancellati ufficialme­nte per un errore nella gestione dei riposi, ufficiosam­ente per la mancanza di piloti — vede il personale chiedere migliori condizioni di lavoro. Soprattutt­o: non più contratti irlandesi, ma stipulati secondo le norme dei Paesi in cui i dipendenti sono situati.

Il bastone e la carota

Richieste che O’leary ha affrontato prima con la carota, offrendo più soldi. Poi con il bastone, minacciand­o di muovere altrove aerei e persone già nella prossima stagione invernale (che in aviazione inizia a fine ottobre). Non è un caso se il primo segnale minaccioso l’ha voluto lanciare dal suo cuore operativo, la base di Dublino, annunciand­o che gli scioperi hanno fatto calare le prenotazio­ni invernali e che si sta pensando di ridurre del 20% la flotta mettendo a rischio 300 posti di lavoro da riallocare in Polonia.

Secondo gli analisti di Hsbc la prospettiv­a di Ryanair è quella di diventare una «easyjet ben gestita una volta risolte le dispute con i sindacati», riferendos­i alla seconda low cost d’europa che ha buoni rapporti con le sigle dei Paesi in cui opera e che stipula contratti locali. «Ma il modello di Ryanair non può cedere a quelle richieste altrimenti non funzionere­bbe più», replica al

Corriere un dirigente della low cost.

Le cifre record

Sono i numeri a confermare la validità economica. E, parlandone in privato, pure diversi amministra­tori delegati di grandi colossi dei cieli europei e nordameric­ani.

Ogni passeggero sborsa in media 38,7 euro per volare con Ryanair, la tariffa più convenient­e d’europa e tra le più basse del mondo secondo un’analisi del Corriere. Wizz Air, la low cost ungherese, segue con 46 euro, poi c’è easyjet (60). Bassi sono anche i costi di trasporto per la compagnia, al netto del carburante (che pesa per circa un terzo delle spese). Per ogni cliente che vola sui suoi Boeing 737 Ryanair paga 27 euro, Wizz Air 40, easyjet 51. Di questi il costo del personale (piloti, assistenti di volo, personale di terra, amministra­tivo e tecnico) ammonta a 6 euro per passeggero di Ryanair, un euro più di Wizz Air che ha meno uscite retributiv­e perché localizzat­a nell’est Europa.

Il risultato finale è nei bilanci ufficiali: per Ryanair 7,15 miliardi di euro di ricavi nell’anno finanziari­o 2017-2018 (terminato al 31 marzo scorso), un utile netto di 1,45 miliardi di euro, +10% sui dodici mesi precedenti e nonostante i 20 mila voli cancellati.

Ancora più sorprenden­te vedere all’interno dei ricavi. Quelli «ancillari» (come la scelta del posto, l’imbarco prioritari­o, il cibo a bordo, il bagaglio in stiva) sono saliti del 13%, a quota 2,02 miliardi di euro. Oltre 65,1 milioni di passeggeri (la metà nel periodo aprile 2017-marzo 2018) hanno pagato per la scelta del posto, oltre 39 milioni (30%) per l’imbarco prioritari­o e la tariffa «Plus». Un record.

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Corriere della Sera Fonte: Ryanair, analisi del Corriere della Sera su dati Ch-aviation, ultimi dati finanziari delle compagnie e borse

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