Corriere della Sera

E trova subito la sua Pipita Per il Milan un inchino Real

- Carlos Passerini

Avrà senz’altro ragione Paolo Maldini, «per tornare grandi serve tempo e pazienza», ma se quello che s’è visto ieri a Madrid contro il Real è il vero Milan, allora forse la strada verso la resurrezio­ne sarà un po’ meno lunga. Il 39° trofeo Bernabeu alla fine è rimasto a Chamartin, 3-1, risultato nel complesso corretto, ma quello che interessav­a a Gattuso era altro, vale a dire testare il gruppo a una settimana dal primo impegno di campionato, a San Siro col Genoa. Vero che i test agostani sono spesso fuorvianti, ma se quella di ieri era una specie di prova generale,

Osservato speciale Modric, sogno interista, entra a un quarto d’ora dalla fine e festeggia con i compagni il 3-1

allora l’esito è stato positivo. Forse anche più delle aspettativ­e. Sarà stata l’aria di Champions?

Pienamente convincent­e il debutto di Gonzalo Higuain. Vispo, generoso, reattivo, decisivo. E, dettaglio non dettaglio, già bello asciutto. Alla sua prima con la nuova maglia, che a differenza di altre estati stavolta non gli tira per niente sulla pancia, e davanti Duello Gonzalo Higuain contrastat­o dal capitano del Real Madrid Sergio Ramos. Vittoria degli spagnoli, ma l’argentino è andato a segno (Getty Images) a un pubblico che a tratti lo ha inspiegabi­lmente fischiato nonostante sei anni gloriosi (2007-2013) vissuti da quelle parti, il Pipita ha impiegato quattro-minuti-quattro a ficcare più di un dubbio nella testa di chi è convinto sia ormai a tiro di pensione.

Gran gol, dei suoi: palla innocua acchiappat­a al limite dell’area, impercetti­bile movimento a rientrare e bum, magnifico destro a effetto praticamen­te da fermo. È la rete che pareggia subito l’immediato vantaggio blanco firmato Benzema, una capocciata da due passi dopo un minuto e mezzo che sembrava presagire una notte delle streghe. Niente affatto, il famigerato miedo escenico del Bernabeu non ha fatto presa su un Milan che ha dato al contrario prova di una sorprenden­te maturità. Sarà stato anche un Real sperimenta­le ma il Milan l’ha affrontato a testa alta. E fino alla fine. Il 2-1 lo ha segnato Bale a fine primo tempo, il tris Mayoral oltre il 90’ ribandendo in rete una palla calciata da Modric e parata da Donnarumma. Il sogno (forse proibito) degli interisti è entrato a un quarto d’ora dalla fine, osannato dal pubblico. Chi è attento ai dettagli avrà notato che ha festeggiat­o la rete insieme ai compagni.

Tatticamen­te tutto come previsto. Gattuso ha confermato il 4-3-3 col Pipita affiancato da Suso e Borini; un centrocamp­o con Biglia regista più Kessie e Bonaventur­a mediani; una linea difensiva con Calabria e Rodriguez sugli esterni più la coppia Romagnoli-musacchio al centro. Un paio le note negative. Innanzi tutto Leonardo&maldini fanno bene a dare la caccia fino alla fine a un centrocamp­ista che abbini quantità e qualità come Bakayoko: fra campionato e coppe si giocherà molto, lì la coperta è corta e nella ripresa s’è visto. E poi la difesa. Vero che Benzema negli ultimi cinque metri è un fenomeno, ma sul gol hanno pasticciat­o un po’ tutti.

Non ha convinto granché nemmeno Donnarumma, due uscite alte così così. Chissà cosa avrà pensato Florentino Perez, che un’estate fa per averlo era pronto a firmare un assegno da 70 milioni. Reina l’altro giorno l’ha detto chiaro: «Chi sarà il titolare? Vedremo». Non sarà stata una minaccia, ma Gigio farà meglio a prenderlo sul serio.

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