Corriere della Sera

L'italia resta ferma all’età del bronzo

Gimbo sale a 2,28 ma è quarto, come Crippa nei 5 mila. La 4x400 è solo quinta

- Gaia Piccardi

BERLINO La Grecia sa saltare, la Gran Bretagna correre, la Spagna marciare, la Norvegia ha trovato un fenomeno, Jakob Ingebrigts­en, che a 17 anni doppia 1.500 e 5.000 mettendosi in tasca due ori europei e la Germania padrona di casa ha imparato a fare un po’ di tutto (ieri due ori bellissimi: Przybylko nell’alto e la Mihambo nel lungo). L’italia, arrivata a Berlino con la valigia piena di promesse, è ferma all’età del bronzo.

Poteva essere la giornata della svolta e invece ci accontenti­amo del terzo posto di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia: pista e pedane, in serata dentro l’olympiasta­dion stracolmo, regalano solo medaglie di legno e delusioni. È quarto Gianmarco Tamberi nell’alto dominato dalla personalis­sima tecnica di Przybylko (2,35), il podio viaggia sopra i 2,31 e Gimbo si ferma a 2,28 («Sono misure alla vigilia inimmagina­bili, che io per i vari inconvenie­nti non salto da un po’… »), la mezza barba rimane puro folklore. Stava bene, l’ha detto lui, ma il bielorusso Nedasekau e il russo neutrale Ivanyuk (e meno male che non c’era Lysenko…) sono tanta roba per questo Tamberi rabbioso che salta ma non decolla, forse ancora

Questa storia comincia nell’agosto 2016. Di ritorno dall’olimpiade di Rio, dove si piazza 4ª nella marcia, Antonella Palmisano trova all’aeroporto di Fiumicino il fidanzato Lorenzo Dessì. È in ginocchio, con un mazzo di rose in mano: «Anto, vuoi sposarmi?». Accadrà il prossimo 22 settembre, con al collo la bella medaglia di bronzo («Il mio regalo di matrimonio») che l’azzurra si è regalata ieri sulle strade di Berlino, 3ª alla fine di una gara inedita, uomini e donne tutti insieme nella 20 km di marcia rimandata di due ore per una fuga di gas sul percorso. Nel giorno della Spagna, che incassa 3 medaglie in un quarto d’ora (oro e argento uomini con Martin e Garcia, oro donne con la Perez), Antonellin­a da Mottola (Taranto) tiene alto il bandierone con una gara tattica, la forma non è sopraffina («Quest’anno, in previsione dei Giochi di Tokyo, con coach Parcesepe abbiamo cambiato un prigionier­o della memoria degli infortuni: «Mi dispiace, mi inchino agli altri: alla medaglia di legno darò fuoco. Però Gimbo c’è. I miei obiettivi sono alti. Non vedo l’ora di tirare fuori la mia cattiveria». È quarto anche Yeman Crippa nei 5.000 di Ingebrigts­en ju- nior (argento al fratello Henrik), un risultato ottimo per il 21enne già bronzo nei 10.000, con un grande futuro spalancato davanti: «Sono giovane, inesperto a questo livello: datemi il tempo di imparare».

E poi le ragazze delle polemiche (loro malgrado). Euforica Daisy Osakue, quinta nel disco di sua maestà Sandra Perkovic, quinto oro europeo, sbaglia tutto in ultima frazione la 4x400 che dopo il trionfo dei Giochi del Mediterran­eo fece litigare Roberto Saviano e il ministro Salvini. Posa da Charlie’s Angels nella A mani vuote Tamberi ha lottato ma non è andato oltre il 4° posto. In basso, aspettando un cambio della 4x400: l’italia è finita 5ª (Getty)

presentazi­one, entrate in finale con il primo tempo, ambizioni altissime, il black power dell’italia rosa evapora in terza corsia quando Libania Grenot — messa in condizione da Chigbolu al lancio, Folorunso in seconda e da una strepitosa Lukudo in terza frazione, capace di ricucire il buco con Polonia e Francia — rovina tutto avanzando al rallentato­re e facendosi risucchiar­e anche dal Belgio. Quinte. Il terzo legno della serata sarebbe stato inaccettab­ile.

Le promesse erano tante, i risultati fin qui sono questi. Tre bronzi più la (pia) speranza, oggi, che dalla maratona esca una pepita in grado di far risalire all’italia lo sprofondo nel medagliere (22ª) e che la 4x100 maschile, trainata da Filippo Tortu (Cattaneo-desalu-manentitor­tu la formazione), abbia i jet nei piedi e la lava incandesce­nte nei polpacci. «Questo è il nuovo che abbiamo e che avanza, bisogna lavorare — allarga le braccia il c.t. Elio Locatelli in attesa del bilancio del presidente Giomi —. Vallortiga­ra nell’alto e Pedroso negli ostacoli sono medaglie perse, Stano poteva andare a podio nella marcia… Siamo stati massacrati dal nuoto? Sì, ma quella è un’altra storia. L’acqua ce l’hanno solo in pochi posti, tutti sanno correre. Non siamo soddisfatt­i, però domani è un altro giorno».

L’europa sembrava alla portata dell’italia giovane e multietnic­a venuta a Berlino. Dietro l’angolo, nel 2019 e nel 2020, c’è il pianeta: Mondiali di Doha e Olimpiade di Tokyo. Ultima chance per restare sul treno. È vitale, e urgente, entrare nell’età dell’oro.

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