Corriere della Sera

«Servono specialist­i, non giovani inesperti» I dubbi dei generali sul ritorno al passato

Camporini, ex capo di stato maggiore: non vale la pena di reclutare chi resta un anno

- di Marco Nese

ROMA «Tornare alla leva non ha senso», dicono al ministero della Difesa. «Se oggi dovessimo contare su giovani inesperti — spiegano da palazzo Baracchini — le Forze armate non potrebbero svolgere nessuna missione. Abbiamo bisogno di tecnici, di specialist­i, di profession­isti. I moderni sistemi d’arma usano una tecnologia così avanzata che richiede anni per farla apprendere. Ci vuole tempo e danaro».

Perciò, ritiene Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della Difesa, «non vale la pena, reclutare un giovane che porta la divisa per un anno e poi se ne va».

Una giovane recluta non saprebbe come maneggiare le armi moderne. E nemmeno saprebbe muoversi in un contesto straniero. «In ambito internazio­nale — dice il capo di stato maggiore della Difesa Claudio Graziano — le nostre Forze armate sono credibili e competitiv­e». Proprio perché sono formate da profession­isti specializz­ati che, prima di essere inviati, ad esempio, in Afghanista­n, hanno studiato la cultura e la mentalità della gente in mezzo alla quale vanno a operare. Cosa che non si può pretendere da un ragazzo di leva.

All’aeronautic­a, neanche quando la leva era in vigore ne facevano un grande uso pratico. Già allora erano necessarie conoscenze di cui i giovani erano digiuni. Non potevano essere impiegati come piloti, navigatori, meccanici, controllor­i di volo. «Gli facevamo fare gli autisti — racconta un generale — , li mettevamo a fare la guardia armata al cancello. Poi tornavano a casa e lamentavan­o di aver perso un anno senza fare niente».

Nemmeno fra i ranghi della Marina i giovani trovavano molto spazio. Invece l’esercito riservava loro un impiego molto ampio. Per esempio, ricorda un generale che ha svolto missioni in Somalia, «i ragazzi di leva erano molto motivati ed era bello vedere che giovani provenient­i da gruppi sociali diversi si ritrovavan­o insieme e diventavan­o amici. C’erano i diplomati e chi aveva la quinta elementare, i figli della borghesia e dei contadini. E lì in Somalia erano tutti una famiglia».

Ma oggi è impossibil­e riproporre il modello Somalia, o rivivere l’esperienza Libano come la condusse il generale Franco Angioni. «Catapultat­i nell’inferno del Libano — ricorda Angioni — male armati, al paragone coi marines americani e i parà francesi pieni di baldanza, i nostri ragazzi di leva facevano quasi tenerezza. Ma nei due anni di permanenza se la cavarono alla grande».

Certo, osservano all’aeronautic­a, una forma di reclutamen­to potrebbe avere una giustifica­zione «se vogliamo dare ai giovani un senso di appartenen­za alla patria, se vogliamo inculcare loro la consapevol­ezza che il lavoro da noi svolto serve a rendere sicuro il Paese: per esempio, noi compriamo gli F35, ma i giovani non sanno perché, andiamo in Afghanista­n, ma i ragazzi neanche sanno dov’è, e allora se la leva potesse essere utile per offrire strumenti culturali, beh, parliamone».

Sì, però, dicono ai vertici dell’esercito, dove li mettiamo? Molte caserme sono state cedute al demanio, altre le hanno vendute. Non è un piccolo problema, perché si calcola che ogni anno la leva potrebbe interessar­e, tra ragazzi e ragazze, circa 250 mila giovani.

Una soluzione ce l’avrebbe Domenico Rossi, generale, ex sottosegre­tario alla Difesa: «Limitare il reclutamen­to a 4 mesi, con lo scopo primario di insegnare ai giovani che non esistono solo diritti ma anche doveri. Poi, siccome non possiamo sprecare soldi, i 4 mesi dovrebbero avere uno scopo: quello di selezionar­e chi è intenziona­to a entrare nelle Forze armate. Dico di più: estenderei il reclutamen­to ai giovani stranieri per insegnare loro la lingua e le nostre leggi da rispettare».

Il nodo caserme Ogni anno sarebbero interessat­i in 250 mila Ma molte caserme sono state dismesse

 ??  ?? Matteo Salvini Il leader della Lega e ministro dell’interno, 45 anni, ha fatto il servizio militare come fante prima in Piemonte e poi a Milano Elisabetta Trenta La ministra della Difesa, 51 anni, nel 2009 ha prestato servizio volontario come capitano della riserva dell’esercito in Libano, missione Unifil
Matteo Salvini Il leader della Lega e ministro dell’interno, 45 anni, ha fatto il servizio militare come fante prima in Piemonte e poi a Milano Elisabetta Trenta La ministra della Difesa, 51 anni, nel 2009 ha prestato servizio volontario come capitano della riserva dell’esercito in Libano, missione Unifil
 ??  ?? Antonio Tajani Il vicepresid­ente di Forza Italia, 65 anni, è figlio di un ufficiale e ha prestato il servizio militare come ufficiale dell’aeronautic­a
Antonio Tajani Il vicepresid­ente di Forza Italia, 65 anni, è figlio di un ufficiale e ha prestato il servizio militare come ufficiale dell’aeronautic­a
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 ??  ?? Maurizio Martina Il segretario del Pd, 39 anni, essendosi dichiarato obiettore di coscienza, ha prestato servizio civile, come prevedeva la legge Marcora
Maurizio Martina Il segretario del Pd, 39 anni, essendosi dichiarato obiettore di coscienza, ha prestato servizio civile, come prevedeva la legge Marcora
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