«Italia tra i Paesi ad alto rischio Sensibilità civile per proteggere chi è debole»
ROMA Cosa pensa dello spirito antivaccinista che continua ad animare diversi settori della nostra società?
«In Italia manca una cultura sul valore delle vaccinazioni strutturata su una sensibilità civile che da noi è completamente assente. I Paesi dove le profilassi per la prevenzione delle malattie infettive sono facoltative se lo possono
dIl Nord Europa La profilassi facoltativa? È possibile nel Nord Europa: lì si pensa a chi non può immunizzarsi
permettere in quanto quella cultura è consolidata e le quote di copertura si mantengono altissime. Guardiamo al Nord dell’europa», afferma Franco Locatelli, direttore del dipartimento di oncoematologia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Cosa intende per sensibilità civile?
«Significa pensare ai bambini che non possono essere vaccinati. Per loro morbillo, rosolia e varicella e, per i più piccoli, la pertosse possono essere causa di morte o di disabilità permanente. Vanno difesi con comportamenti individuali solidali oltre che con strategie sanitarie efficaci e decise».
Chi sono i 4-5 mila bambini e gli adulti non vaccinabili per controindicazioni cliniche?
«Sono quelli che mancano di difese del sistema immunitario a causa di immunodeficienze congenite, presenti alla nascita. Non possono ricevere i vaccini composti da virus vivi cosiddetti attenuati, dunque non disattivati, cioè antimorbillo, parotite e rosolia. Poi ci sono le immunodeficienze acquisite dei malati di tumore sottoposti a chemioterapia e dei trapiantati di midollo osseo e di organi che vengono trattati con farmaci immunosoppressori. La loro unica difesa dalle malattie infettive è l’immunità di gregge o di gruppo. Se la comunità si vaccina vengono protetti in quanto i virus hanno minore circolazione».
Non basta inserire gli alunni fragili in classi composte da compagni in regola con le vaccinazioni?
«È una soluzione logisticamente complicata. I piccoli giocano, non restano fermi in classe, escono in corridoio o in palestra o in sala mensa e soprattutto d’inverno questa soluzione non è sufficiente.»
Come mai il morbillo viene indicato come il pericolo numero uno?
«È la malattia virale trasmissibile più pericolosa per mortalità ed esiti gravi come ad esempio l’encefalite. Le vaccinazioni andrebbero promosse a tutti i livelli e soprattutto nei bambini in età scolare che devono fare scudo ai
compagni di classe più fragili. I No Vax si rendono conto che i giovanissimi pazienti dopo le cure che ho elencato devono tornare sui banchi? Probabilmente non ne hanno consapevolezza altrimenti si risparmierebbero affermazioni senza senso.».
Ha mai avuto piccoli ricoverati morti di malattie infettive?
«Nel reparto di pediatria purtroppo è accaduto. È troppo vivo il ricordo dei bimbi ricoverati nei centri di oncoematologia italiani e morti per complicanze mortali da morbillo per accettare le prese di posizione ascientifiche che circolano in queste settimane. I nostri genitori hanno paura».
Da medico qual è il maggior dispiacere?
«È triste per chi fa il nostro lavoro leggere come ci considera il Cdc di Atlanta, il Center for disease control and prevention, una delle maggiori agenzie di controllo mondiali. L’italia è nell’elenco dei Paesi a maggior rischio per la trasmissione di malattie infettive, in particolare il morbillo. Bella figura!».