Corriere della Sera

La famiglia di Cogne che fa causa alla Ue «Ignora la natura»

Gli Elter fanno agricoltur­a biologica in quota «Il ghiaccio si ritira e scompaiono i lamponi»

- Di Elena Tebano

arretrare ogni anno di almeno cento metri, i lamponi che una volta raccogliev­amo a secchi e ora sono quasi scomparsi, la neve che non è arrivata prima di Natale in quattro degli ultimi cinque anni».

Per questo quando ha saputo dell’iniziativa dell’associazio­ne non governativ­a tedesca Protect the Planet, che con la rete di associazio­ni ambientali­ste Climate Action Network (In Italia ne fa patre Legambient­e) ha avuto l’idea di portare di fronte ai giudici l’unione europea, ha deciso di partecipar­e.

«Noi cerchiamo già di vivere nel rispetto dell’ambiente: fare agricoltur­a biologica significa usare meno energia, evitare fertilizza­nti o diserbanti di sintesi prodotti da fabbriche che inquinano, ridurre l’impiego di acqua — dice Elter —. Il nostro è un esempio del diverso modo di comportars­i che ognuno può adottare nel suo piccolo. Però non basta: bisogna che si muovano anche le istituzion­i». Solo gli Stati infatti possono indurre tutti ad avere stili di vita più ecologici e agire sugli aspetti struttural­i di un modello economico e produttivo ancora poco attento alla sostenibil­ità. «Prendere parte a questa causa europea — prosegue Elter — è il mio contributo concreto e dal basso per spronarli».

Ora gli Elter fanno parte di un gruppo di famiglie che si sono rivolte ai giudici perché danneggiat­e direttamen­te dai cambiament­i climatici. Con loro ci sono i Recktenwal­d, bio-albergator­i tedeschi che vivono sull’isola di Langeoog nel mare del Nord: la loro casa e la loro attività rischiano di essere spazzate via dall’innalzamen­to dei mari. Oppure i Carvalho, produttori di legno sostenibil­e che hanno avuto tre dei loro boschi distrutti dal mega incendio che nel 2017 ha colpito il Portogallo. O a Sáminuorra, l’associazio­ne dei Giovani Sami della Svezia, che stanno vedendo sparire l’ecosistema in cui allevano le loro renne (gli altri ricorrenti vengono da Francia, Romania, Kenya e Isole Figi).

«La cosa importante per me è che tutte le mie figlie, anche quelle minorenni, hanno potuto fare causa: i cambiament­i climatici si riflettera­nno soprattutt­o sulla loro esistenza — aggiunge Elter —. Io sono molto preoccupat­o per loro: temo che non possano più avere una vita normale. Ed è soprattutt­o colpa della mia generazion­e: non siamo stati capaci di adottare uno sviluppo sostenibil­e che ci permettess­e di lasciare ai nostri figli quello che abbiamo ricevuti dai nostri genitori. Volevo fare qualcosa di più».

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Ecologiche Le donne della famiglia Elter: da sinistra, la madre Sara con le figlie Soulail, Alice, Maria e Rosa

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