Il «Trittico» di Puccini conquista Torre del Lago
Il Tabarro, noir ambientato nei bassifondi di Parigi, Suor Angelica, la più lirica con un cast tutto al femminile e infine il grottesco Gianni Schicchi, per mettere a nudo la furbizia del mondo fiorentino all’alba del Rinascimento. A cent’anni dal debutto del 1918, il Festival Puccini diretto da Alberto Veronesi celebra il Trittico del compositore, in scena nel Teatro di Torre del Lago: tre atti unici integralmente rappresentati che sabato (replica il 25) hanno appassionato il pubblico, calorosi gli applausi per Jacopo Sipari di Pescasseroli (33 anni) sul podio dell’orchestra Regionale della Toscana e ovazioni per Silvana Froli la Giorgetta de Il tabarro, Donata D’annunzio Lombardi (Suor Angelica) e per Bruno De Simone, irresistibile Gianni Schicchi.
Un successo anche della regia decisamente teatrale firmata da Ferenc Anger, direttore artistico dell’opera di Budapest. Un altro successo per il Festival Pucciniano dopo la fortunata trasferta finlandese di Savonlinna con Turandot diretta da Veronesi.
Il Trittico, a distanza di un secolo dalla prima al Met di New York, è anche un’occasione per riflettere sui temi trattati, tre opere scritte durante la prima guerra mondiale: sull’infelicità e l’inesorabile scorrere del tempo Il tabarro, una storia cupa che si conclude con un delitto di gelosia; tra erotismo represso e santità invece Suor Angelica, vicenda di una ragazza madre vittima di una società bigotta; infine Gianni Schicchi, l’unica opera buffa di Puccini, al centro della questione l’ipocrisia di una famiglia in gara per accaparrarsi l’eredità del defunto.