Ronaldo, il sogno è diventato gol
Segna subito alla prima con la Juve «Villar Perosa, storia ed emozione» Allegri: «Puntare alla Champions»
VILLAR PEROSA C’è un momento, un’ora prima della partita, in cui i 5 mila eletti ammessi dentro lo stadiolo della Val Chisone intitolato a Gaetano Scirea restano in religioso e quasi surreale silenzio in attesa del re. È la festa dell’orgoglio juventino, nel feudo di casa Agnelli, ma con Ronaldo vale di più. Tradizione e modernità si intrecciano e si confondono. «Siete venuti per Cristiano?», provoca lo speaker urlando dentro il microfono. E la folla va in delirio. Diecimila anime invadono Villar, che di abitanti ne fa meno della metà, per il debutto ufficiale dell’ultimo eroe, chiamato per vincere la Champions League.
Ronaldo è teso, concentrato, puntuale. Al minuto sette e con la maglia numero sette segna il primo gol (5-0 il finale contro la Primavera) e se volete potete considerarlo un segno del destino. La partita dura 72 minuti, poi viene interrotta dalla rituale invasione di campo. Il fenomeno, in quel momento,
d Elkann Abbiamo il più forte giocatore del mondo nella squadra più forte del mondo Cristiano si è già integrato
è già negli spogliatoi, gioca solo il primo tempo in coppia con Dybala, in un 4-4-2 «simile al mio primo anno», racconta Allegri. Un gol, un mezzo assist, tre tiri nello specchio, uno alle stelle, anche un’autorete provocata (di Capellini), la fotografia di un giorno indimenticabile. Non male anche se l’amichevole di Villar non è un test, ma solo la festa del bianco e del nero. Ronaldo è un po’ indietro come condizione, meglio Dybala più lesto e reattivo, autore di una doppietta (il quinto gol è di Marchisio). Ma conta zero. Conta che CR7 è il più applaudito insieme a Paulo e che le sue maglie sono le più vendute. Tutto come previsto in un pomeriggio che fila via liscio senza gli ultrà e 600 tra steward e forze dell’ordine a vigilare.
Il presidente Andrea Agnelli riceve la squadra nella villa di famiglia sopra il paese («Proviamo a vincere tutto», il senso del discorso), poi lascia la parola al cugino John Elkann, che sogna in grande: «Abbiamo il più forte giocatore del mondo nella squadra più forte del mondo. È bello vedere come Cristiano si sia già integrato nel gruppo e la naturalezza con cui indossa la nuova maglia». L’obiettivo è la Champions, visto che di scudetti ne sono arrivati 7 di fila. Lo stesso Allegri non si tira indietro: «Quest’anno, più che in passato, abbiamo l’ambizione di vincerla».
Però bisognerà fare attenzione. Perché Ronaldo è un valore aggiunto, ma al tempo stesso può trasformarsi in una trappola. «Con lui, Bonucci e gli altri acquisti si è creata un’eccitazione particolare, ma per vincere serve equilibrio», dice l’allenatore. E non solo: «Anche sacrificio e rispetto dell’avversario. Il Chievo con-
tro di noi vorrà fare la partita dell’anno e così sarà per tutte le squadre che ci affronteranno. Non bisogna cadere nella presunzione». E trovare la soluzione tattica adeguata. La prima Juve nasce senza un centravanti vero e la coppia Ronaldodybala. I due si cercano e un po’ si trovano in una squadra con una linea mediana solida (Emre Can e Bentancur) e due esterni d’attacco (Bernardeschi e Douglas Costa), anche con Cuadrado terzino. «L’alternativa è Mandzukic centravanti», ricorda Allegri e questo deve suonare come un campanello d’allarme per Dybala, che se non dovesse convincere rischia il posto. Ma ci sarà tempo per parlare di queste cose. Ora conta Ronaldo. I tifosi lo guardano, le venerano, lo applaudono e lo inseguono a caccia di un autografo o di un selfie. Lui ringrazia con un tweet in italiano: «È stata una giornata emozionante in un’atmosfera speciale che racconta la storia vincente della Juve».