Corriere della Sera

Gol e lavoro sporco Così Higuain si è preso il Milan

Segna e corre: ha colpito anche Gattuso

- Carlos Passerini

Gonzalo va veloce. Così veloce d’aver preso in un certo senso in contropied­e anche il Milan stesso, che non s’aspettava affatto di trovarsi di fronte un Higuain tanto in forma, già ora, già qui. Non si dice, perché non sta bene, ma dalle parti di Milanello sono rimasti tutti un po’ spiazzati nel vederlo tirato come un asse da stiro, il giorno del suo arrivo. Ma come, non era quello che tornava sempre dalle ferie con un bagaglio (o due) extra sotto la camicia? No, non stavolta. E sì che un occhio alla pancia gliel’abbiamo buttato tutti: zero. La forma del Pipita è già eccellente. Nelle gambe ma sopratutto nella testa. Perché la prova dell’ottimo approccio dell’argentino all’avventura rossonera non sta tanto nei tre minuti e quaranta secondi impiegati l’altra sera Madrid per segnare il suo primo gol con la nuova maglia, quanto nel feeling con l’ambiente — compagni, staff, club — già raggiunto nei soli dieci soli giorni di allenament­o a Milanello, gran parte dei quali vissuti fra l’altro in solitario, visto che quando è arrivato a inizio mese il resto della squadra era ancora negli States. Ha vissuto i primi giorni nella suite di un hotel in zona stazione Centrale, cercando di concentrar­si esclusivam­ente sul progetto. Con lui il fratello agente Nicolas. Un appartamen­to e la famiglia — la compagna Lara e la figliolett­a Alma, di pochi mesi — arriverann­o più in là. Ieri intanto con un tweet ha ringraziat­o i tifosi del Real per gli applausi all’uscita dal campo dopo i fischi piovutigli addosso prima del via: «Bello quando la gente riconosce che hai fatto le cose per bene».

L’impatto sullo spogliatoi­o di Gonzalo è stato superiore alle attese, i primi a confidarlo sono i suoi compagni, la conferma pubblica l’ha invece fornita lo stesso Gattuso in un significat­ivo passaggio della conferenza stampa del Bernabeu: «Per essere credibile lo devi essere durante la settimana, rincuorand­o i compagni e non mandandoli a quel paese: da quando è arrivato vedo tutto questo». Tradotto: sul campo si sa cosa può dare, ma è fuori che ci sorprender­à. Verissimo, anche perché è un dato di fatto che a questa squadra, l’anno scorso, sia mancato oltre che un grande attaccante anche

Gattuso Da quando è arrivato rincuora i compagni, non li manda mai a quel paese: così diventi credibile

d Maldini Ha fatto una grande partita, non solo alla ricerca del gol. Higuain è un centravant­i vero

un vero uomo squadra, un punto di riferiment­o, un capopopolo. Doveva esserlo Bonucci. Ma ormai è andata.

«È un centravant­i vero», Paolo Maldini l’ha incoronato così. «Ha giocato benissimo, una grande partita anche in appoggio alla squadra», il focus tattico del neo dirigente rossonero. Tutto giusto. Il Pipita sa fare il lavoro sporco: torna, pressa, riparte. Ma soprattutt­o la mette dentro alla prima palla buona: non un dettaglio visto che nella stagione scorsa il miglior marcatore è stato Cutrone, 18 gol fra campionato e coppe. Un bomber vero era quello che serviva per sognare in grande. Che, detto chiaro, significa una cosa sola: Champions.

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(Afp) Approccio Gonzalo Higuain, 30 anni
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