Lorenzo torna Por Fuera, ma il k.o. di Marquez è dolce
A Zeltweg trionfo dello spagnolo con la Ducati, Dovi 3°, Rossi 6°: Marc 2° allunga ancora nel Mondiale
Certi soprannomi sono per sempre. Por Fuera, 15 anni fa, simboleggiava l’abilità unica di Jorge Lorenzo nel sorpassare gli avversari all’esterno. Nel tempo, con il crescere di livello delle competizioni, la sua arte si era per forza di cose sopita, ma ieri è tornata prepotentemente alla ribalta durante l’ultimo giro di uno dei Gp più belli dell’anno e della carriera dello spagnolo, oggi 31enne. Alla curva 3, sull’ultimo assalto alla Marquez di Marquez, là dove MM pensava che Jorge avrebbe cercato un incrocio, questi invece ha proseguito la sua corsa all’esterno, difendendo la posizione fino al traguardo. Splendido e definitivo: «Ho perso mesi di vita...» ha commentato Jorge felice, ma ne è valsa la pena. La sua vittoria a Zeltweg conferma che la Ducati è ormai creta nelle sue mani e che, anche se alla fine lui e lei si lasceranno, «questo matrimonio verrà ricordato come qualcosa di bello».
Dalla gara, come sempre, esce un po’ vincitore anche Marquez: il suo 2°posto, con il 3° di Dovizioso e il 6° di Rossi, lo consolida in testa al Mondiale con 59 punti su Valentino, 71 su Lorenzo e 72 su Dovi: «Direi che va bene così. Ho fatto bene dove facevo fatica, e ora arriveranno i circuiti buoni...».
Gli sconfitti invece sono i due italiani. E se Rossi, «scagionato» dalla scuse della Yamaha sabato, almeno si consola con la rimonta dal 14° posto, Dovi si lecca le ferite perché fino a 10 giri dalla fine era in piena bagarre con i primi due: «Poi la gomma ha ceduto e ho dovuto mollare». Ducati Land (nel 2016 aveva vinto Iannone, nel 2017 lui) è rimasta rossa, ma non per Dovi, che ha così vanificato anche il progetto tripletta italiana dopo le vittorie di Marco Bezzecchi in Moto3 e di Francesco Bagnaia in Moto2 (con Luca Marini, fratello di Rossi, 3°). Entrambi sono leader dei loro campionati: perché dove non c’è un Marc Marquez c’è speranza per tutti.