Corriere della Sera

I tanti allarmi inascoltat­i

I continui lavori, due mesi fa un bando da 20 milioni «Tre anni fa si era addirittur­a staccato un pezzo»

- di Andrea Pasqualett­o

GENOVA «Ci viene poi raccontata, a turno, la favoletta dell’imminente crollo del Ponte Morandi, come ha fatto per ultimo anche l’ex presidente della Provincia, il quale dimostra chiarament­e di non aver letto la Relazione di Autostrade nel 2009. Il ponte “...potrebbe star su altri cento anni”». Così scrivevano nel 2013 i comitati No Gronda, contrari cioè al progetto della bretella autostrade di Ponente che alleggeris­se il «vecchio» Morandi dal peso crescente dei tir su quell’asfalto in quota (quadruplic­ati in vent’anni). L’ex presidente citato nel comunicato, prima rilanciato e poi rimosso dal blog del Movimento Cinquestel­le, è Alessandro Repetto che sul ponte progettato dall’ingegner Morandi ha sempre avuto molte perplessit­à. E con lui l’ex assessore al Traffico e ai trasporti di Genova, Arcangelo Merella, oggi funzionari­o del settore infrastrut­ture in Regione: «L’avevo detto che l’opera era a rischio, che non era più adeguata ai tempi, che bisognava trovare una soluzione alternativ­a perché il traffico era sempre più insistente e pesante. I lavori di manutenzio­ne su quel ponte erano all’ordine del giorno, ricordo fra l’altro che 3 anni fa si era staccato un pezzo di soletta, tanto da vedere sotto il vuoto».

L’ultima opera di consolidam­ento era in corso e mercoledì 18 luglio se n’è pure discusso in Comune, in una Commission­e dedicata proprio al Ponte Morandi. Erano presenti una ventina di consiglier­i, due dirigenti di Autostrade e una decina di abitanti che vivono sotto il viadotto. «Lamentavan­o la rumorosità dei lavori di manutenzio­ne notturna e la caduta di materiale — racconta Stefano Bernini, ex vicesindac­o ed ex assessore alle Infrastrut­ture del capoluogo ligure —. Abbiamo chiesto: ma il ponte è sicuro o no? E il dirigente di Autostrade ha risposto che stavano provvedend­o a sostituire i tiranti in cemento con i tiche ranti in acciaio, come avevano già fatto sull’altro versante». I dirigenti rassicurav­ano ma al tempo stesso sostituiva­no, «perché il dubbio che i tiranti del Ponte non fossero più così solidi c’era». Da Autostrade oggi spiegano che si tratta di lavori di consolidam­ento della soletta del viadotto, ragione per cui era stato installato un carro-ponte. Un intervento qui, uno lì, uno oggi, uno domani. In aprile anche un bando di gara da 20 milioni per «interventi di retrofitti­ng struttural­e», una sorta di ristruttur­azione profonda. Insomma, una continua corsa a rendere stabile una struttura il tempo e venti del mare stavano consumando. «Ma non mi risulta che il ponte fosse pericoloso e che andasse chiuso», ha voluto precisare Giovanni Castellucc­i, l’ad di Autostrade per l’italia, numero uno anche della holding di controllo Atlantia. Il crollo, ha assicurato Stefano Marigliana, direttore del Tronco di Genova è «per noi qualcosa di inaspettat­o e imprevisto rispetto all’attività di monitoragg­io che veniva fatta. Non c’era alcun elemento che lo facesse presagire».

Ma i dubbi qualcuno ce li aveva, su quell’opera progettata negli anni Sessanta da Morandi. «Viene indicata come un capolavoro — disse in tempi non sospetti Antonio Bencich, professore associato di Costruzion­i in cemento armato all’università di Genova —. Ma un ponte deve durare 70, 80, 100 anni senza interventi

Autostrade L’ad Castellucc­i: «Non mi risulta che la struttura fosse pericolosa»

di manutenzio­ne».

Parole che hanno oggi un peso specifico diverso. Oggi che il disastro è compiuto e su quel viadotto, oltre alle tante lacrime, non restano che le indagini avviate dalla procura di Genova. «Cercheremo subito le cause e le responsabi­lità di questa immane e inconcepib­ile tragedia», ha promesso il procurator­e capo Francesco Cozzi. Due testimoni hanno visto un fulmine colpire il ponte un attimo prima del crollo. Possibile che possa essere quella la causa? «Fantascien­za — taglia corto Cozzi che ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo plurimo, al momento senza indagati —. Qui c’è da capire se c’era un problema di progettazi­one, di esecuzione dei lavori, di manutenzio­ne. Ma non voglio sentir parlare di accidental­ità, non si invochi il cielo né la cattiva sorte. La cattiva sorte è solo di chi ha perso la vita sotto quel ponte».

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(foto Dolci/kulta) SmarritiUn­a coppia di anziani tra le persone sfollate dopo il crollo del ponte

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