I tanti allarmi inascoltati
I continui lavori, due mesi fa un bando da 20 milioni «Tre anni fa si era addirittura staccato un pezzo»
GENOVA «Ci viene poi raccontata, a turno, la favoletta dell’imminente crollo del Ponte Morandi, come ha fatto per ultimo anche l’ex presidente della Provincia, il quale dimostra chiaramente di non aver letto la Relazione di Autostrade nel 2009. Il ponte “...potrebbe star su altri cento anni”». Così scrivevano nel 2013 i comitati No Gronda, contrari cioè al progetto della bretella autostrade di Ponente che alleggerisse il «vecchio» Morandi dal peso crescente dei tir su quell’asfalto in quota (quadruplicati in vent’anni). L’ex presidente citato nel comunicato, prima rilanciato e poi rimosso dal blog del Movimento Cinquestelle, è Alessandro Repetto che sul ponte progettato dall’ingegner Morandi ha sempre avuto molte perplessità. E con lui l’ex assessore al Traffico e ai trasporti di Genova, Arcangelo Merella, oggi funzionario del settore infrastrutture in Regione: «L’avevo detto che l’opera era a rischio, che non era più adeguata ai tempi, che bisognava trovare una soluzione alternativa perché il traffico era sempre più insistente e pesante. I lavori di manutenzione su quel ponte erano all’ordine del giorno, ricordo fra l’altro che 3 anni fa si era staccato un pezzo di soletta, tanto da vedere sotto il vuoto».
L’ultima opera di consolidamento era in corso e mercoledì 18 luglio se n’è pure discusso in Comune, in una Commissione dedicata proprio al Ponte Morandi. Erano presenti una ventina di consiglieri, due dirigenti di Autostrade e una decina di abitanti che vivono sotto il viadotto. «Lamentavano la rumorosità dei lavori di manutenzione notturna e la caduta di materiale — racconta Stefano Bernini, ex vicesindaco ed ex assessore alle Infrastrutture del capoluogo ligure —. Abbiamo chiesto: ma il ponte è sicuro o no? E il dirigente di Autostrade ha risposto che stavano provvedendo a sostituire i tiranti in cemento con i tiche ranti in acciaio, come avevano già fatto sull’altro versante». I dirigenti rassicuravano ma al tempo stesso sostituivano, «perché il dubbio che i tiranti del Ponte non fossero più così solidi c’era». Da Autostrade oggi spiegano che si tratta di lavori di consolidamento della soletta del viadotto, ragione per cui era stato installato un carro-ponte. Un intervento qui, uno lì, uno oggi, uno domani. In aprile anche un bando di gara da 20 milioni per «interventi di retrofitting strutturale», una sorta di ristrutturazione profonda. Insomma, una continua corsa a rendere stabile una struttura il tempo e venti del mare stavano consumando. «Ma non mi risulta che il ponte fosse pericoloso e che andasse chiuso», ha voluto precisare Giovanni Castellucci, l’ad di Autostrade per l’italia, numero uno anche della holding di controllo Atlantia. Il crollo, ha assicurato Stefano Marigliana, direttore del Tronco di Genova è «per noi qualcosa di inaspettato e imprevisto rispetto all’attività di monitoraggio che veniva fatta. Non c’era alcun elemento che lo facesse presagire».
Ma i dubbi qualcuno ce li aveva, su quell’opera progettata negli anni Sessanta da Morandi. «Viene indicata come un capolavoro — disse in tempi non sospetti Antonio Bencich, professore associato di Costruzioni in cemento armato all’università di Genova —. Ma un ponte deve durare 70, 80, 100 anni senza interventi
Autostrade L’ad Castellucci: «Non mi risulta che la struttura fosse pericolosa»
di manutenzione».
Parole che hanno oggi un peso specifico diverso. Oggi che il disastro è compiuto e su quel viadotto, oltre alle tante lacrime, non restano che le indagini avviate dalla procura di Genova. «Cercheremo subito le cause e le responsabilità di questa immane e inconcepibile tragedia», ha promesso il procuratore capo Francesco Cozzi. Due testimoni hanno visto un fulmine colpire il ponte un attimo prima del crollo. Possibile che possa essere quella la causa? «Fantascienza — taglia corto Cozzi che ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo plurimo, al momento senza indagati —. Qui c’è da capire se c’era un problema di progettazione, di esecuzione dei lavori, di manutenzione. Ma non voglio sentir parlare di accidentalità, non si invochi il cielo né la cattiva sorte. La cattiva sorte è solo di chi ha perso la vita sotto quel ponte».