Corriere della Sera

«Anni di lavori Ma l’esito è tragico»

- di Gian Guido Vecchi

«Mi hanno avvertito appena è accaduto». Il cardinale Angelo Bagnasco ha la voce addolorata, prima ancora di esserne l’arcivescov­o è un figlio di Genova. Oggi è la Madonna dell’assunta e in tutte le chiese «si pregherà per le vittime, i feriti, le famiglie, la città». Niente feste tradiziona­li né folklore. «Siamo pronti ad ospitare nelle nostre parrocchie gli sfollati».

Eminenza, da genovese: c’erano timori, in città, per quel ponte?

«Io non so se ci fossero elementi di allarme. Ma noi cittadini abbiamo visto che da qualche anno erano in atto opere di consolidam­ento: sui piloni, il cemento. Se questo fosse sufficient­e, poi… Purtroppo le prove tragiche sono quelle che abbiamo visto oggi».

Genova è piena di viadotti: bisognerà controllar­e tutto?

«Lo valuterann­o le autorità e gli esperti. Certo bisogna che questo non si ripeta mai più, da nessuna parte. Occorre una riflession­e sulle cause e in generale un ripensamen­to riguardo alle opere che l’uomo costruisce».

Un ripensamen­to?

«Ci vuole prudenza, competenza e onestà».

Onestà?

«Sappiamo che, se non c’è l’onestà, la competenza non sempre è efficace. Lo abbiamo visto tante volte: si sa che le cose devono essere fatte in un certo modo ma, per altre ragioni, si fanno in modo diverso».

Ha visto di persona il luogo del disastro?

«Non voglio intralciar­e i lavori, sono in corso interventi urgentissi­mi e delicati e mi hanno pregato di aspettare, ma spero di potermi presto recare là per una preghiera, una presenza».

Le alluvioni, il crollo al molo Giano, il ponte…

«Genova è ferita ma non piegata. Ha una forza interiore che le ha sempre permesso di risollevar­si. È una città bellissima che ha una storia nobile e di intraprend­enza: i commerci, la genialità industrial­e, le maestranze. Da parte nostra merita sempre maggiore amore e collaboraz­ione. E a livello più alto, politico, tanta attenzione».

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