«Anni di lavori Ma l’esito è tragico»
«Mi hanno avvertito appena è accaduto». Il cardinale Angelo Bagnasco ha la voce addolorata, prima ancora di esserne l’arcivescovo è un figlio di Genova. Oggi è la Madonna dell’assunta e in tutte le chiese «si pregherà per le vittime, i feriti, le famiglie, la città». Niente feste tradizionali né folklore. «Siamo pronti ad ospitare nelle nostre parrocchie gli sfollati».
Eminenza, da genovese: c’erano timori, in città, per quel ponte?
«Io non so se ci fossero elementi di allarme. Ma noi cittadini abbiamo visto che da qualche anno erano in atto opere di consolidamento: sui piloni, il cemento. Se questo fosse sufficiente, poi… Purtroppo le prove tragiche sono quelle che abbiamo visto oggi».
Genova è piena di viadotti: bisognerà controllare tutto?
«Lo valuteranno le autorità e gli esperti. Certo bisogna che questo non si ripeta mai più, da nessuna parte. Occorre una riflessione sulle cause e in generale un ripensamento riguardo alle opere che l’uomo costruisce».
Un ripensamento?
«Ci vuole prudenza, competenza e onestà».
Onestà?
«Sappiamo che, se non c’è l’onestà, la competenza non sempre è efficace. Lo abbiamo visto tante volte: si sa che le cose devono essere fatte in un certo modo ma, per altre ragioni, si fanno in modo diverso».
Ha visto di persona il luogo del disastro?
«Non voglio intralciare i lavori, sono in corso interventi urgentissimi e delicati e mi hanno pregato di aspettare, ma spero di potermi presto recare là per una preghiera, una presenza».
Le alluvioni, il crollo al molo Giano, il ponte…
«Genova è ferita ma non piegata. Ha una forza interiore che le ha sempre permesso di risollevarsi. È una città bellissima che ha una storia nobile e di intraprendenza: i commerci, la genialità industriale, le maestranze. Da parte nostra merita sempre maggiore amore e collaborazione. E a livello più alto, politico, tanta attenzione».