Nella manovra «conti stabili e calo del debito»
Il vertice tra Conte, Tria e i due vicepremier Ma Salvini: non si può morire per i vincoli Ue
ROMA La rassicurazione è giunta ai mercati, agitati dalla crisi della lira turca, prima dell’apertura, di mattina presto. Il governo è impegnato a perseguire i suoi obiettivi «conciliandoli con la stabilità delle finanze pubbliche e in particolare con la continuazione del percorso di riduzione del rapporto tra debito e Prodotto interno lordo» ha fatto sapere una nota di Palazzo Chigi, riferendo dei colloqui telefonici, la sera di lunedì, tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’economia, Giovanni Tria, e i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Un messaggio tranquillizzante, a scanso di equivoci, al quale i mercati hanno reagito con circospezione. Anche perché in serata sono arrivate le nuove dichiarazioni del leader della Lega, dopo il crollo del ponte autostradale a Genova, molto minaccioso con la Ue e i suoi vincoli di bilancio. «Ogni giorno dalla Ue c’è un richiamo al rispetto dei parametri. Gli italiani vengono prima, con la manovra il governo deve poter spendere i soldi che ci sono per mettere in sicurezza i cittadini. Non si può morire per i vincoli di spesa Ue che vengono dopo la sicurezza delle strade, delle ferrovie, delle scuole».
In mattinata, anche per l’allentarsi delle tensioni sulla Turchia, con la lira in recupero del 5% dopo le batoste dei giorni scorsi, il differenziale di interesse tra i titoli italiani e tedeschi si è ridotto, ma in chiusura si è leggermente riaperto. A fine giornata lo spread segnava quota 269, contro i 278 punti di lunedì, il che equivale a un rendimento del Btp decennale appena superiore al 3%.
L’impegno ribadito dal governo è dunque quello di mantenere il percorso di discesa del rapporto debito/pil che nel 2017, dopo parecchi anni, ha invertito la rotta. Dal 132% del Pil, il debito è sceso al 131,8 e nel 2018 era atteso al 130,8% del prodotto. Per il 2019 il quadro tendenziale di primavera, elaborato dal vecchio esecutivo, prevedeva un calo del rapporto debito/pil piuttosto consistente, di oltre due punti, al 128%. Il tutto a politiche invariate, senza immaginare manovre di bilancio nel 2019.
Uno scenario che adesso, con il peggioramento della congiuntura, è tutto da rivedere. La crescita dell’economia è più bassa e deficit e debito 2018 saranno più alti del previsto. Anche il deficit tendenziale del 2019 sarà più elevato: l’1,2%, secondo i dati del Mef, contro lo 0,8% stimato. La sua discesa peraltro era garantita dagli aumenti dell’iva, che invece il nuovo governo vuole evitare, puntando anche all’avvio della flat tax, del reddito di cittadinanza e alla controriforma delle pensioni. Misure che nell’insieme costano circa 25 miliardi di euro, che saranno recuperati solo in parte con tagli di spesa.
Alla Ue verrà chiesto un deficit 2019 più alto, che consenta l’avvio del programma e la sterilizzazione dell’iva, ma non tanto da mettere a rischio la riduzione del debito, sul quale finisce per scaricarsi il disavanzo annuale. Tria è consapevole che il margine di manovra è molto stretto e che potrebbe ulteriormente ridursi con un peggioramento della congiuntura e un rialzo dei tassi. Per questo, in attesa dell’aggiornamento del quadro a metà settembre, e la definizione dei nuovi obiettivi, la priorità resta il massimo controllo sulla spesa del 2018.
Dopo la tempesta
La lira turca in recupero del 5% e lo spread Btp-bund in calo da 278 a 269 punti
Sarà più alto del previsto: 1,2% secondo il Mef rispetto allo 0,8% stimato