Corriere della Sera

«Le risate di Anane morto nella Puglia dei pomodori con il mio zainetto»

Il bracciante tra le 12 vittime travolte a Foggia

- di Maurizio Donelli

Anane Kwasi era un mio amico. Aveva 34 anni e la sua vita si è fermata il 6 agosto. Era tra quei 12 ragazzi schiacciat­i dentro un furgoncino improvvisa­to che si è schiantato contro un Tir sulla Statale 16 a Lesina, in provincia di Foggia. Nessuno, per giorni, si è preoccupat­o di farci sapere i loro nomi. Erano sempliceme­nte migranti, raccoglito­ri di pomodori di colore. Quasi non avessero identità. Erano solo e per tanti «un gruppo di braccianti». Ma dietro ciascuno di loro c’è una storia e una famiglia che piange lontano. Anane piangeva quando parlava della sua famiglia. Consapevol­e che in Ghana probabilme­nte non sarebbe mai più tornato. Ogni tanto mi chiamava papà. Sei o sette anni fa, con il fratello aveva attraversa­to il deserto per arrivare in Italia, era passato per le forche caudine della Libia e dopo mesi interminab­ili era sbarcato a Genova per poi terminare il suo viaggio in Valle Scrivia, nell’entroterra, precisamen­te a Montoggio. E immagino il suo sorriso a inferno finito. Anane rideva tanto. Parlava un discreto inglese e un pessimo italiano. Quando non capiva che cosa gli si chiedesse, rideva. E a quel punto intuivi che non aveva capito.

Ogni tanto lo chiamavo e lo portavo qui in campagna con me, andavo a prenderlo perché non guidava. Sempre disponibil­e ad aiutare. Bravo a fare qualsiasi lavoretto. Aveva una forza incredibil­e ed era educato come pochi ragazzi della sua età sanno essere. Finiva di pranzare e ogni volta cercava di andare in cucina per lavarsi il piatto. E io lo rimprovera­vo chiedendog­li di restare seduto al suo posto di ospite. Per entrare in casa chiedeva sempre il mio consenso e se doveva lavarsi le mani cercava di farlo all’aperto, come per non disturbare. Non beveva caffè d’estate «perché fa caldo», quindi solo d’inverno. Gli piaceva moltissimo la focaccia.

Rideva Anane, rideva come un matto quando gli ho raccontato di essere stato in vacanza in Namibia. Era come stupito e divertito del fatto che qualcuno andasse in Africa in vacanza. Aveva buoni rapporti con tutti in questa piccola comunità dell’appennino. Un amico gli aveva regalato un borsello in pelle e lui era felicissim­o. Il giorno che lo abbiamo invitato a pranzare con noi a una sagra, si è presentato con quel borsello fiero come un re che indossa la corona. Era cristiano, molto religioso e amava gli animali. I cani erano i suoi preferiti.

L’ho visto l’ultima volta un mese fa, da circa un anno si era trasferito dall’entroterra a Genova. Viveva in un appartamen­to nei carruggi con sei connaziona­li. Si è presentato a me con qualche ricambio dentro un sacchetto di plastica. Allora gli ho regalato un vecchio zaino un po’ impolverat­o e aveva gli occhi felici come quelli di un bambino a Gardaland. Ha ripulito lo zaino con cura, centimetro per centimetro e con la stessa perizia vi ha riposto dentro le sue cose. Con quello zaino, mi ha detto, sarebbe partito per la Puglia a raccoglier­e pomodori. Ma quanto ti pagano?, gli ho chiesto «tre euro e cinquanta a cassone». E quanti cassoni riesci a riempire al giorno? Risatona di Anane, fiero del suo record: «Una volta ne ho riempiti trenta». Chissà quel 6 agosto quanti ne aveva riempiti. Mai abbastanza per giustifica­re quello che è successo e che ci piacerebbe illuderci pensare non succeda mai più.

© RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il mio amico

«Era arrivato dal Ghana Lo divertiva il fatto che qualcuno andasse in vacanza in Africa»

Le passioni

«Educato come pochi, amava gli animali e gli piaceva moltissimo la focaccia»

 ??  ?? Rilievi L’incidente vicino a Lesina, nel Foggiano (Ansa)
Rilievi L’incidente vicino a Lesina, nel Foggiano (Ansa)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy