CHEYENNE BRANDO
Al processo il vecchio attore si trascina lentamente fino al banco dei testimoni. È obeso, decadente, disperato. Quando parla perde il filo, confonde le date. A un certo punto ammette: «Penso che come padre ho fallito». Il suo personaggio commuove ancora una volta gli spettatori. Il padre della vittima, l’insegnante in pensione Jacques Drollet, arrivato da Tahiti per assistere al dibattimento, è furioso: «Mi ricorda la storia di Caino e Abele. Quando Caino uccise suo fratello Abele, non riusciva a dormire perché sentiva uno sguardo sopra di sé. Era la sua stessa coscienza, e anche la coscienza della comunità. Io penso che anche Marlon Brando la notte sentirà quello sguardo sopra di sé».
L’accusa chiede 16 anni, il massimo della pena. Il 5 gennaio 1991 Christian viene condannato a 10 anni; dopo 4 anni e sei mesi esce per buona condotta.
Titoli di coda
Il duca nel suo dominio — come lo aveva chiamato Truman Capote nel 1956 in un articolo per il New Yorker che fece epoca — adesso sembra piuttosto il Re Lear di Shakespeare. Una parte che non interpreterà mai, perché ha già smesso di fare l’attore tanto tempo fa. Negli ultimi film Brando è solo un souvenir pacchiano, come le statuine della Torre di Pisa e del David di Michelangelo.
Ma il peggio non è ancora arrivato. Il 16 aprile 1995 Cheyenne si toglie la vita. Fin da ragazzina aveva sofferto di gravi problemi psichiatrici. Il figlio nato dall’unione con Drollet le era stato tolto dopo poche settimane. Per l’omicidio del compagno, Cheyenne era arrivata ad accusare il padre: «È stato lui a convincere Christian a uccidere Dag. Papà non ha un’anima, è uno spirito maligno che si diverte a manipolare le persone». Per gli inquirenti erano le farneticazioni di una donna malata, per la stampa scandalistica una miniera d’oro.
Christian Brando muore di polmonite il 26 gennaio 2008. Complicanze legate all’aids, scrive il New York Post. Nelle due settimane in cui è stato in coma all’hollywood Presbyterian Hospital, una quindicina di parenti — tra i quali due ex mogli, la madre ricomparsa dopo vent’anni e alcuni fratellastri — si sono messi a litigare per l’eredità. Poi un’infermiera li ha avvertiti che il paziente risultava indigente e non aveva nemmeno l’assicurazione sanitaria.
Gli dèi hanno avuto un barlume di pietà nei confronti di suo padre: il grande Marlon Brando non ha potuto assistere alla scena, perché è morto 4 anni prima. In vita sua, non era mai riuscito a conoscere il piccolo Tuki, suo nipote. Da ragazzo, il figlio di Cheyenne e Dag Drollet è diventato un modello ed è stato il volto delle campagne di Versace. Assomiglia al nonno in modo impressionante, forse è ancora più bello.