Corriere della Sera

Salvataggi­o Ilva, ultima offerta Arcelormit­tal tratta sull’occupazion­e

Atteso il parere dell’avvocatura dello Stato sul possibile annullamen­to della gara

- Michelange­lo Borrillo mborrillo@corriere.it

MILANO Le due strade proseguono separate, nella speranza che presto, il più possibile, possano incrociars­i. Perché il tempo stringe. Nelle prossime ore è atteso il parere dell’avvocatura dello Stato sulla regolarità della gara con cui Am Investco — la cordata guidata da Arcelormit­tal — si è aggiudicat­a l’ilva più di un anno fa, a giugno 2017. Nel frattempo, però, anche a cavallo di Ferragosto continua il confronto tra i tecnici del ministero dello Sviluppo economico e la multinazio­nale dell’acciaio guidata da Lakshmi Mittal.

Il piano occupazion­ale

Il nodo principale, più difficile da sciogliere rispetto a quello ambientale, riguarda l’occupazion­e. Fino ad ora Arcelormit­tal è arrivata a garantire 10.500 occupati (10.100 subito e 400 entro il 2023) su un totale di 14 mila. Troppo pochi per i sindacati, che da tempo ribadiscon­o la necessità di arrivare a «zero esuberi», quota ben lontana dagli attuali 3.500. E troppo pochi — i 10.500 occupati — anche per il vicepremie­r (e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro) Luigi Di Maio, che non ha mai nascosto l’insoddisfa­zione per l’offerta di Arcelormit­tal — l’ultima volta nell’intervista del 13 agosto al Corriere della Sera in cui ha ribadito che «ancora non ci sono i presuppost­i per un accordo» — senza arrivare, però, alla rottura del confronto.

Si tratta, insomma. E ognuno deve cedere qualcosa. L’obiettivo «zero esuberi» infatti, potrebbe non essere tutto a carico di Arcelor: un risultato che per i sindacati potrebbe essere accettato è che a fine piano, nel 2023, tutto il personale Ilva abbia una copertura tra assunzione da parte di Mittal, ricollocaz­ione nella società mista tra Ilva in amministra­zione straordina­ria e Invitalia — delegata alla parte di bonifiche che non spettano all’investitor­e privato — ed esodi volontari agevolati e incentivat­i.

Da parte sua Arcelormit­tal, pur non sbilancian­dosi sui numeri degli assunti e degli esuberi a cui può arrivare: in questa fase si discute delle condizioni e non ancora dei numeri delle persone che la nuova società Am Investco dovrà assumere dall’ilva in amministra­zione straordina­ria (fanno sapere fonti vicine a Mittal), è disponibil­e a trovare la miglior soluzione possibile.

Il tempo che stringe

Le variabili più importanti da tenere in consideraz­ione nelle trattative di queste ore sono due. La prima è che Arcelormit­tal può arrivare fino al punto in cui le nuove condizioni non mettano a rischio il conto economico e quindi la credibilit­à e la realizzabi­lità del piano di risanament­o ambientale e di rilancio industrial­e. La seconda fa riferiment­o alla gestione commissari­ale dell’ilva: oltre il 15 settembre non si può andare. Nell’audizione al Senato dello scorso 1° agosto i commissari straordina­ri sono stati chiari: la previsione finanziari­a per l’ilva «stima l’esauriment­o di cassa a settembre 2018». E le slide di previsione del fabbisogno di cassa illustrate in aula vanno anche oltre: a dicembre la cassa di fine periodo segnerà -132 milioni di euro.

La regolarità della gara

Al di là delle trattative in corso, restano i dubbi sulla regolarità della gara conclusasi il 5 giugno 2017 con l’assegnazio­ne dell’ilva ad Aminvestco. Tutto è partito il 24 luglio scorso quando Di Maio, a seguito delle verifiche interne sul dossier Ilva — sollecitat­e dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano — e del parere fornito dall’anac, ha deciso di avviare un procedimen­to amministra­tivo finalizzat­o all’eventuale annullamen­to in autotutela del decreto di aggiudicaz­ione della gara. Un procedimen­to, che è disciplina­to per legge, della durata di 30 giorni.

Di Maio attende in queste ore il parere dell’avvocatura dello Stato che, con ogni probabilit­à, si esprimerà in linea con l’autorità anticorruz­ione, rilevando criticità nella procedura di gara e ribadendo che, se il ministro, cioè lo Stato, vuole, può annullare tutto, rescindere l’accordo con Arcelormit­tal, esponendos­i però a contenzios­i e risarcimen­ti milionari. Del resto l’avvocatura dello Stato aveva espresso perplessit­à anche ai tempi del ministro Carlo Calenda che, però, aveva deciso di non cambiare le regole in corsa, comunque sulla base del parere dell’avvocatura. Adesso toccherà a Di Maio decidere.

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 ??  ?? Lakshmi Mittal, 68 anni, imprendito­re indiano dell’acciaio, è presidente e ad di Arcelormit­tal
Lakshmi Mittal, 68 anni, imprendito­re indiano dell’acciaio, è presidente e ad di Arcelormit­tal

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