Corriere della Sera

Meno dipendenti pubblici, ancora più precari

- di Matteo Muzio

Gli uffici dello Stato si svuotano. E non è per l’estate. Il numero degli impiegati alle dipendenze della Repubblica italiana si ferma a 3 milioni e 356 mila. Un calo annuo dello 0,2%. Sono i dati dell’annuario statistico della Ragioneria generale dello Stato, che aggiorna i dati al 2016. Questa riduzione viene in parte controbila­nciata, però, da un aumento dei posti a tempo determinat­o, arrivati a quota 22 mila e 718, un aumento del 7,8%. Ma i conti non tornano ancora e il totale di chi lavora per lo Stato scende di 6 mila e 969 persone tra il 2015 e il 2016. È in leggero rialzo, invece, il costo del lavoro, stimato in 159 miliardi e 651 milioni di euro rispetto alla cifra dell’anno precedente, quando le buste paga pesavano sui bilanci pubblici per 159 miliardi e 525 milioni. Questo totale non risente, però, dell’effetto del rinnovo contrattua­le firmato tra le parti sociali alla fine del 2017 con il governo Gentiloni, e quindi i primi effetti nelle buste paga si sono visti solo dall’inizio del 2018. Buste paga che risultano più magre di qualche decina di euro, a 34 mila e 435 mila euro dai 34 mila e 511 dell’anno precedente. Ad avere meno soldi in tasca sono i dipendenti della scuola, con 28 mila e 403 euro annui, insieme ai dipendenti locali con 29 mila e 81 euro. Quelli con la busta paga più nutrita sono magistrati (138 mila e 268 euro) e prefetti (93 mila e 26 euro).

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