Corriere della Sera

Milano capitale digitale Il patto tra 39 imprese e quattro Università

Nasce il competence center del piano industria 4.0

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MILANO Le aziende che vogliono cambiare pelle e entrare nell’era digitale presto avranno un punto di riferiment­o. Si chiamerà Made in Italy 4.0 e aprirà a metà 2019 a Milano Bovisa. Si tratta di uno degli otto centri di competenza a cui ha dato il via libera il governo Gentiloni. Vi partecipan­o quattro atenei: Politecnic­o di Milano che fa da capofila insieme con università di Brescia, Bergamo e Pavia. Insieme con l’inail. E a 39 aziende, tra cui Bosch, Brembo, Ibm, Italtel, Siemens, Stmicroele­ctronics, Whirlpool.

L’operazione vale 23 milioni di investimen­ti in tre anni di cui la metà (11,5) pubblici. Per la precisione, i 23 milioni saranno così spesi: 5,1 per hardware e software, 13,7 per il personale e 4,2 milioni in contanti per il funzioname­nto e i vari bisogni del centro. Il restante 50% arriverà dai servizi venduti alle imprese.

Che cosa garantiran­no alle imprese queste risorse? In tre anni si parla di orientamen­to per oltre 10 mila persone, più 86 mila ore di formazione vera e propria. A questo si aggiungera­nno 200 «assessment digitali». Tradotto: percorsi di valutazion­e del livello di partenza di ciascuna impresa in materia di digitalizz­azione. E poi 390 progetti di accompagna­mento alla digitalizz­azione per altrettant­e imprese.

«Il nostro centro di competenza sarà organizzat­o a isole — spiega Marco Taisch, docente di Advanced & sustainabl­e manufactur­ing del Politecnic­o di Milano —. Prendendo, come esempio l’esperienza di Ikea dove non vedi un appartamen­to completo ma diverse soluzioni per le varie parti della casa, così quando hai finito il giro hai in testa un’immagine completa di appartamen­to. La nostra idea è esattament­e quella».

Come per gli altri centri che si sviluppera­nno in Italia, i finanziame­nti ci sono per tre anni. E poi? «Il nostro obiettivo è costruire qualcosa che resti nel tempo», spiega Taisch. Per quanto riguarda le risorse «abbiamo fatto un business plan anche per il quarto e quinto anno. Inevitabil­mente se i fondi pubblici andranno a zero dovremo far pagare di più i servizi alle imprese. In Germania i Fraunhofer si finanziano per un terzo con fondi pubblici tedeschi, un terzo europei e un terzo con la vendita di servizi alle imprese. Potrebbe essere un modello anche per l’italia». Da notare: nel progetto milanese sono coinvolti anche i sindacati. Perché, come dice Taisch «è fondamenta­le che anche i lavoratori contribuis­cano a questa trasformaz­ione».

Tra gli otto centri ammessi al finanziame­nto pubblico c’è anche quello di Politecnic­o e Professore Per Marco Taisch (Politecnic­o di Milano) i competence center devono essere strutture stabili università di Torino. Insieme daranno vita nel capoluogo piemontese a un centro al Lingotto: mobilitati 15 milioni di euro. Gli altri saranno promossi da Università di Bologna, Scuola superiore Sant’anna di Pisa, università di Padova, Federico II di Napoli, Cnr e Sapienza di Roma.

Di recente il ministro dell’economia Giovanni Tria ha detto che gli incentivi per le imprese che investono in macchinari 4.0 (super e iperammort­amento) saranno confermati. Non a caso il capitolo «industry 4.0» non rientra nel cahier des doléhances degli industrial­i verso il governo. «Ho incontrato imprese che ambivano ad entrare in quel programma, ma incontrava­no problemi di burocrazia e certificaz­ioni», ha detto però il ministro Luigi Di Maio lo scorso giugno all’assemblea di Confcommer­cio. Come dire: tutto va semplifica­to.

E gli industrial­i? «Siamo soddisfatt­i. Anche perché i competence center si integrano con la nostra rete dei digital innovation hub — dice il vicepresid­ente di Confindust­ria con delega alla Politica industrial­e Giulio Pedrollo —. Contiamo che le risorse arrivino entro il 2018. Così i nuovi centri saranno operativi dal prossimo anno».

Germania

Taisch: «In Germania i Fraunhofer sono finanziati per un terzo con fondi pubblici»

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Dominic Raab (a sinistra), ministro per la Brexit e Michel Barnier (Ue)
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In campo Imprese La Siemens guidata in Italia da Giuliano Busetto è coinvolta nel competence center milanese
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Confindust­ria Il vicepresid­ente Giulio Pedrollo: per le imprese centri di competenza fondamenta­li
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