Autostrade, passo per la revoca
Di Maio: nessun baratto con i risarcimenti. L’inchiesta punta sulle carenze nella manutenzione La società pronta a ricostruire il ponte e a bonificare l’area. Funerali di Stato, no di 20 famiglie
Il governo ha avviato l’iter per «revocare la concessione ad Autostrade». Lo ha annunciato il premier Conte, e il ministro Toninelli ha aggiunto che «vogliamo cambiare tutto». La società si è detta pronta a ricostruire il ponte Morandi e ad accollarsi i costi della bonifica. Atlantia ieri ha recuperato in Borsa dopo il crollo dei giorni scorsi. Ma ora si attende la reazione dei mercati allo stop. Il vicepremier Di Maio: «Nessun baratto con i risarcimenti». L’inchiesta punta sulle carenze nella manutenzione. Oggi lutto nazionale per ricordare le 38 vittime: venti famiglie hanno detto di no ai funerali di Stato.
Prima l’annuncio via Facebook del ministro Danilo Toninelli: «Abbiamo avviato l’iter per la decadenza della concessione alla società Autostrade». Poi un comunicato stampa scritto in solitaria dal premier Giuseppe Conte, che conferma la strada intrapresa (per l’intera rete e non solo per l’a10) e considera la ricostruzione del ponte «un provvisorio risarcimento del danno», ma non «una contropartita». Infine, una lettera di Luigi Di Maio ai suoi parlamentari, che rivendica la linea dura. Tre passi nella stessa direzione, senza che ci sia stato alcun Consiglio dei ministri. E forse non è un caso, anche se tutti i protagonisti giurano di essere d’accordo sulla necessità della revoca. Matteo Salvini smentisce di aver preso in considerazione altre strade: «Non c’è nessuna divisione nel governo. Non stiamo contrattando, non siamo al mercato. Se facesse quello che ha detto di fare, Autostrade farebbe il minimo del dovuto».
La strada è presa e lo conferma Toninelli: «Il mio ministero ha inviato ad Autostrade la lettera con cui prende avvio la procedura per la decadenza della concessione». Eventuali ostacoli, come le penali, saranno oggetto di valutazione successiva. Il premier ribadisce che la procedura è avviata, che Autostrade ha facoltà di rispondere con controdeduzioni entro 15 giorni, «fermo restando che il disastro è un fatto oggettivo e che l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario». Sentenza già scritta, alla quale si aggiungono alcuni obiettivi annunciati: l’istituzione di una banca dati sulla manutenzione delle infrastrutture; il potenziamento dell’attività ispettiva del ministero; la convocazione a settembre dei concessionari delle infrastrutture per verificare risorse e tempi delle attività di manutenzione. L’obiettivo del governo, spiega Conte, è di «rivedere integralmente il sistema delle concessioni».
Di Maio va oltre. Attacca chi, come Enrico Letta, «è passato per il cda della società che gestisce le autostrade spagnole». L’ex premier fa sapere che «il giochino del fango con me non attacca» e spiega: «Sono entrato nel consiglio di Abertis alla fine del 2016, quando questa era una società spagnola e prima che venisse ventilata l’ipotesi di Opa da parte italiana. Da Abertis sono uscito, dimet- tendomi volontariamente, e dandone notizia nel maggio scorso, quando è cambiata la proprietà con l’ingresso di Atlantia. Proprio per evitare conflitti d’interessi».
Di Maio spiega poi il recesso: «Non servono codicilli o azzeccagarbugli, la giusta causa sono i 39 morti». E annuncia che saranno desecretati i contratti dei concessionari autostradali. Quanto al rifiuto di alcuni familiari dei funerali di Stato, spiega: «Non posso biasimarli. Lo Stato invece di proteggere i loro figli ha preferito favorire i poteri forti».
L’opposizione, con Matteo Renzi, replica: «Di Maio dice che il suo governo è il primo a non aver preso soldi da Benetton o Società Autostrade: è falso». L’ex premier difende dalle accuse Graziano Delrio, «vigliacchi», e chiede che Toninelli «venga in Aula».