I controlli sulle strutture? Il ministero deve vigilare
Autostrade deve effettuarli direttamente Ma al ministero resta in capo la vigilanza
1 Chi è responsabile dei controlli sulla sicurezza della rete autostradale, le società che gestiscono quel tratto di rete o il ministero delle Infrastrutture?
Tutti e due. La responsabilità della società concessionaria è diretta, ma il ministero ha comunque il compito di vigilare.
2 Il ministero delle Infrastrutture dice che le regole prevedono il «trasferimento al concessionario (nel caso specifico ad Autostrade per l’italia, ndr) di ogni onere connesso alla verifica dello stato dell’infrastruttura, come peraltro acclarato dall’articolo 14 del codice della strada».
Una parte della responsabilità resta comunque in capo al ministero. L’articolo 14 del codice della strada dice infatti che la manutenzione della rete spetta al concessionario, cioè la società che gestisce quel tratto della rete. Ma poi aggiunge «salvo che sia diversamente stabilito».
3 Ma cosa vuol dire in questo caso «salvo diversamente stabilito?»
Che bisogna guardare anche a cosa dice la convenzione firmata nel 2007 da Autostrade per l’italia e Anas, che nel 2012 ha lasciato il ruolo di controparte, che fino a quel momento ricopriva direttamente, al ministero delle Infrastrutture. La convenzione tra i due enti è prevista per legge e parla anche dei controlli sulla sicurezza della rete autostradale.
4 Cosa prevede su questo punto?
Dice che il «concedente (cioè il ministero delle Infrastrutture, ndr) vigila anche sui lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria e sui ripristini». Nel caso in cui lo stesso ministero «constati che i lavori sono eseguiti in difformità da quanto stabilito» comunica alla società concessionaria gli «adempimenti necessari». Inoltre «visita ed assiste ai lavori, può eseguire prove, esperimenti, misurazioni, saggi e quanto altro necessario per accertare il buon andamento dei lavori stessi».
5 Ma quali controlli vengono fatti sulla rete autostradale, in particolare su ponti e viadotti?
Per legge ogni tre mesi viene fatta un’ispezione, sostanzialmente un controllo visivo. Ogni due anni, invece, c’è un controllo più approfondito, non solo visivo ma anche strumentale. I controlli di routine ogni tre mesi vengono svolti dalla stessa società concessionaria. Quelli biennali e più approfonditi di solito vengono affidati a ingegneri esterni. Le opere di manutenzione straordinaria devono essere approvate in ogni caso dal ministero delle Infrastrutture.
6 Ma non esiste un programma di manutenzione per ogni singola opera ingegneristica, cioè gallerie, ponti e viadotti?
Sì ma solo per le strutture che sono state costruite dopo il 1999. In questo caso la società concessionaria deve presentare un dettagliato piano di manutenzione che prevede scadenze precise per tutti gli interventi. Il ponte Morandi non rientra in questa categoria perché è entrato in esercizio ben prima, nel 1967. Ogni anno, comunque, la società concessionaria deve presentare un programma dei lavori di ordinaria manutenzione e più in generale dei lavori «relativi al miglioramento della rete».
7 E per le opere di nuova costruzione quali sono le regole ?
Anche in questo caso la responsabilità è condivisa tra la
Le opere più vecchie Per un ponte del 1967 non esiste l’obbligo di presentare un piano dettagliato di interventi
società concessionaria e il ministero. Sono infatti sia il ministero sia la società concessionaria a vigilare affinché i lavori siano «eseguiti a perfetta regola d’arte» e «a norma dei progetti approvati, senza che per il fatto di tale vigilanza resti diminuita la responsabilità del concessionario».
8 Ma chi controlla sul rispetto delle regole previste dalla concessione?
Il ministero stesso. Nel 2014 è stata creata la Direzione per la vigilanza delle concessioni autostradali che, tra i suoi compiti, ha anche la «verifica della corretta esecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria secondo quanto previsto dalle convenzioni e dal programma preventivo annuale».