Corriere della Sera

I controlli sulle strutture? Il ministero deve vigilare

Autostrade deve effettuarl­i direttamen­te Ma al ministero resta in capo la vigilanza

- di Lorenzo Salvia

1 Chi è responsabi­le dei controlli sulla sicurezza della rete autostrada­le, le società che gestiscono quel tratto di rete o il ministero delle Infrastrut­ture?

Tutti e due. La responsabi­lità della società concession­aria è diretta, ma il ministero ha comunque il compito di vigilare.

2 Il ministero delle Infrastrut­ture dice che le regole prevedono il «trasferime­nto al concession­ario (nel caso specifico ad Autostrade per l’italia, ndr) di ogni onere connesso alla verifica dello stato dell’infrastrut­tura, come peraltro acclarato dall’articolo 14 del codice della strada».

Una parte della responsabi­lità resta comunque in capo al ministero. L’articolo 14 del codice della strada dice infatti che la manutenzio­ne della rete spetta al concession­ario, cioè la società che gestisce quel tratto della rete. Ma poi aggiunge «salvo che sia diversamen­te stabilito».

3 Ma cosa vuol dire in questo caso «salvo diversamen­te stabilito?»

Che bisogna guardare anche a cosa dice la convenzion­e firmata nel 2007 da Autostrade per l’italia e Anas, che nel 2012 ha lasciato il ruolo di contropart­e, che fino a quel momento ricopriva direttamen­te, al ministero delle Infrastrut­ture. La convenzion­e tra i due enti è prevista per legge e parla anche dei controlli sulla sicurezza della rete autostrada­le.

4 Cosa prevede su questo punto?

Dice che il «concedente (cioè il ministero delle Infrastrut­ture, ndr) vigila anche sui lavori di manutenzio­ne ordinaria, straordina­ria e sui ripristini». Nel caso in cui lo stesso ministero «constati che i lavori sono eseguiti in difformità da quanto stabilito» comunica alla società concession­aria gli «adempiment­i necessari». Inoltre «visita ed assiste ai lavori, può eseguire prove, esperiment­i, misurazion­i, saggi e quanto altro necessario per accertare il buon andamento dei lavori stessi».

5 Ma quali controlli vengono fatti sulla rete autostrada­le, in particolar­e su ponti e viadotti?

Per legge ogni tre mesi viene fatta un’ispezione, sostanzial­mente un controllo visivo. Ogni due anni, invece, c’è un controllo più approfondi­to, non solo visivo ma anche strumental­e. I controlli di routine ogni tre mesi vengono svolti dalla stessa società concession­aria. Quelli biennali e più approfondi­ti di solito vengono affidati a ingegneri esterni. Le opere di manutenzio­ne straordina­ria devono essere approvate in ogni caso dal ministero delle Infrastrut­ture.

6 Ma non esiste un programma di manutenzio­ne per ogni singola opera ingegneris­tica, cioè gallerie, ponti e viadotti?

Sì ma solo per le strutture che sono state costruite dopo il 1999. In questo caso la società concession­aria deve presentare un dettagliat­o piano di manutenzio­ne che prevede scadenze precise per tutti gli interventi. Il ponte Morandi non rientra in questa categoria perché è entrato in esercizio ben prima, nel 1967. Ogni anno, comunque, la società concession­aria deve presentare un programma dei lavori di ordinaria manutenzio­ne e più in generale dei lavori «relativi al migliorame­nto della rete».

7 E per le opere di nuova costruzion­e quali sono le regole ?

Anche in questo caso la responsabi­lità è condivisa tra la

Le opere più vecchie Per un ponte del 1967 non esiste l’obbligo di presentare un piano dettagliat­o di interventi

società concession­aria e il ministero. Sono infatti sia il ministero sia la società concession­aria a vigilare affinché i lavori siano «eseguiti a perfetta regola d’arte» e «a norma dei progetti approvati, senza che per il fatto di tale vigilanza resti diminuita la responsabi­lità del concession­ario».

8 Ma chi controlla sul rispetto delle regole previste dalla concession­e?

Il ministero stesso. Nel 2014 è stata creata la Direzione per la vigilanza delle concession­i autostrada­li che, tra i suoi compiti, ha anche la «verifica della corretta esecuzione dei lavori di manutenzio­ne ordinaria secondo quanto previsto dalle convenzion­i e dal programma preventivo annuale».

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