Corriere della Sera

Sale lo spread e giù la Borsa Ma ora cala il debito pubblico

A maggio l’allontanam­ento degli investitor­i. Barclays: rischi per l’italia

- Di Giuliana Ferraino

Lo spread ieri è tornato a quota 282 punti, dopo aver toccato i 285 punti in apertura. Mentre il debito è in calo. Gli investitor­i, scossi dal crollo del ponte Morandi sulla A10 a Genova, sembrano aspettare le prossime mosse dell’inedita maggioranz­a di governo, messa sotto osservazio­ne speciale dalle agenzie di rating. In autunno l’esecutivo presenterà l’aggiorname­nto del Def, il documento di economia e finanza. Nell’attesa, i compratori esteri preferisco­no tenersi lontano dal rischio italiano. E Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,53%, ancora una volta il listino peggiore in Europa, ai valori minimi dall’aprile 2017.

MILANO Non si allenta la pressione sull’italia. Non basta a riportare fiducia sul mercato sottile di mezzo agosto nemmeno la flessione del debito pubblico che, per la prima volta dopo 3 mesi consecutiv­i di crescita, a giugno ha invertito la tendenza ed è diminuito di 4,1 miliardi, scendendo a 2.323,2 miliardi, dal massimo storico di 2.327,2 raggiunto a maggio, secondo i dati pubblicati dalla Banca d’italia.

Lo spread ieri è tornato a quota 282 punti, dopo aver toccato i 285 punti in apertura, con un rendimento del 3,12%, l’interesse che lo Stato paga sul debito pubblico. La Spagna offre meno della metà ai sottoscrit­tori dei suoi Bonos decennali (1,48%). Il Portogallo paga l’1,85%. Perfino la Grecia, che il 20 agosto esce ufficialme­nte dal terzo programma di salvataggi­o, offre un interesse sui suoi titoli di Stato con scadenza a 10 anni del 4,34%, tutto sommato nemmeno troppo lontano da quello italiano, se pensiamo alla distanza abissale tra le economie dei due Paesi. Il problema è che, oltre ad aumentare la spesa per interessi dello Stato, il rialzo del differenzi­ale dei Btp sul benchmark tedesco si riflette sulla performanc­e dei titoli bancari in Borsa, anche ieri tra i più penalizzat­i, e in questo modo pesa sull’intero listino. Così Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,53%, ancora una volta il listino peggiore in Europa, ai valori minimi dall’aprile 2017.

Gli investitor­i, scossi dal crollo del ponte Morandi sulla A10 a Genova, sembrano aspettare le prossime mosse dell’inedita maggioranz­a di governo, messa sotto osservazio­ne speciale dalle agenzie di rating. In autunno l’esecutivo presenterà l’aggiorname­nto del Def, il documento di economia e finanza, che dovrà fissare i paletti della legge di Stabilità, lo strumento per capire quale direzione prenderann­o i conti pubblici del Paese. Il ministro dell’economia Giovanni Tria ha promesso che la riduzione del debito continuerà e sarà un obiettivo cruciale per riconquist­are la fiducia degli investitor­i. Ma dovrà fare i conti, da un lato con le costose promesse elettorali di Lega e Movimento Cinque Stelle, dall’altro con i vincoli europei. Il confronto con la Commission­e Ue riprenderà all’ecofin di Vienna dell’8 settembre.

Nell’attesa, i compratori esteri preferisco­no tenersi lontano dal rischio italiano. Come è successo a maggio, un altro mese caldo per lo spread, quando i titoli del debito delle amministra­zioni pubbliche in mano a investitor­i non residenti nel complesso erano scesi a 698,61 miliardi di euro, poco meno di un terzo del totale. In calo rispetto ai 722,14 miliardi detenuti dagli investitor­i esteri ad aprile (su un debito totale di 2.312 miliardi), secondo Bankitalia.

A complicare il quadro contribuis­ce la crisi turca. Dopo che ieri la lira ha ripreso a scendere, svalutando­si del 5%, Barclays ha ritirato la sua raccomanda­zione agli investitor­i a prendere posizioni lunghe sui titoli italiani a 5 anni a scapito di quelli tedeschi. Senza dimenticar­e che da ottobre la Banca centrale europea taglierà a 15 miliardi al mese gli acquisti di titoli dagli attuali 30, per poi concludere il programma a dicembre.

Una decisione validata dagli ultimi dati sull’inflazione nella zona euro, salita al 2,1% a luglio, rispetto al 2% di giugno, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat, che ha confermato le stime preliminar­i. In linea quindi con il target della Bce, vicino ma sotto al 2%. Un anno fa il tasso era dell’1,3%.

Il confronto in Europa La Spagna paga l’1,48% di interesse sui titoli decennali; il Portogallo l’1,85%

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