Corriere della Sera

La mossa di Conte per mediare tra i due vice

- Marco Galluzzo

Come andrà a finire al momento nessuno è in grado di prevederlo, né il governo né la società Autostrade. È possibile che fra alcuni anni saranno ancora i Benetton a gestire buona parte della rete autostrada­le italiana, «ma in un altro modo e ad altre condizioni», ha detto ieri in sostanza il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che con una mano ha approvato l’avvio dell’iter di revoca della concession­e, dall’altro ha ammesso che può essere molto lungo, in salita, sfavorevol­e per lo Stato fino al punto da non poter essere conseguito realmente, almeno in tempi brevi.

Se ci sono state sfumature, diversità di opinioni, persino scontri, in seno al governo, la soluzione adottata ieri, consente a tutti gli attori in gioco di poter restare in partita, anche alla stessa società Autostrade, che pagherà probabilme­nte milioni se non miliardi di risarcimen­ti, che dovrà ricostruir­e a proprie spese, e che dovrà fare «un lavoro che noi non siamo in grado di fare», ha ammesso candidamen­te il presidente del Consiglio durante il Consiglio dei ministri di Ferragosto.

Insomma il governo da una parte avvia l’iter di revoca della concession­e, dà una risposta dura, immediata, netta, alla tragedia di Genova, dall’altra mette nero su bianco che «purtroppo arriviamo al governo un po’ tardi», che «il processo di privatizza­zioni che riguarda le nostre infrastrut­ture è stato avviato molti anni fa, secondo una logica che ha favorito la gestione finanziari­a e ha oscurato la logica industrial­e. Adesso ci ritroviamo con rapporti di concession­e e contratti di servizio ormai in essere, alcuni dei quali scadono in un futuro non prossimo, e che contengono condizioni e

Arriviamo tardi Purtroppo arriviamo al governo un po’ tardi, il processo di privatizza­zione delle nostre infrastrut­ture è stato avviato molti anni fa

clausole molto sbilanciat­e a favore dei concession­ari».

In questo senso la mediazione che il capo del governo sembra aver svolto fra la Lega e i Cinque stelle, fra una linea di reazione immediata e durissima e una forse più realista, è quella contenuta nel comunicato diramato nel pomeriggio: si punta l’indice contro chi avrebbe trasformat­o le concession­i pubbliche in un sistema per fare soldi senza grandi contropart­ite in termini di investimen­ti e di controlli, ma si ammette che a questo punto per cambiare il sistema ci vorrà del tempo.

Una linea di reazione dura e al contempo realista e trasparent­e, che contempla la rescission­e della concession­e ma attende che la Società Autostrade metta in campo tutte le risorse disponibil­i non solo per ricostruir­e il ponte di Genova in tempi brevissimi, ma anche per dare un segno tangibile di scuse verso la città e l’intero Paese.

L’accelerazi­one

Il premier accelera ma ammette che ci vorrà tempo, perché nessuno sa come finirà

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