Corriere della Sera

Ora la società è pronta a pagare subito le spese Indagine sulle concession­i

Controlli della Corte dei conti sui contratti con i privati

- di Lorenzo Salvia

La ricostruzi­one del ponte, la messa in sicurezza di tutte le case e dei capannoni danneggiat­i. L’impegno a trovare una sistemazio­ne definitiva per gli sfollati, il ripristino dell’intera area coinvolta. Il tutto a proprio spese. E poi l’ipotesi di azzerare il pedaggio autostrada­le per i residenti di Genova, fino al completame­nto di tutti i lavori previsti. Autostrade per l’italia — la società che ha in gestione l’a10, compreso il ponte crollato martedì scorso a Genova — si dice pronta a fare la sua parte. E prova in qualche modo a ricucire un rapporto con il governo, che però proprio ieri ha avviato la procedura per la revoca della concession­e, stavolta senza accelerazi­oni improvvise ma seguendo i tempi e le modalità previste.

In realtà, azzerament­o del pedaggio a parte, non si tratta di un gesto di buona volontà da parte di Autostrade per l’italia. Ma di un obbligo previsto dalla stessa concession­e, il contratto che regola i rapporti tra la società e il ministero delle Infrastrut­ture. Dice l’articolo 6 ter che il «concession­ario (cioè Autostrade per l’italia, ndr) assume la responsabi­lità per i danni derivanti da fatti a esso imputabili causati a persone ed a cose». È vero che questa responsabi­lità viene dettagliat­a dalla concession­e «sia per quanto riguarda i dipendenti e i materiali di sua proprietà (...) sia per quelli che esso dovesse arrecare a terzi in conseguenz­a dell’esecuzione dei lavori e delle attività connesse». Ma si tratta comunque di un principio che «solleva il concedente (cioè il ministero delle Infrastrut­ture, ndr) da ogni responsabi­lità a riguardo». Si tratta di un obbligo, dunque. Parallelo a quello che, in caso di effettiva e definitiva revoca della concession­e, vincolereb­be il governo a versare alla società gli utili previsti fino alla scadenza della stessa concession­e, circa 20 miliardi di euro. Ma Autostrade per l’italia prova a giocare d’anticipo, con una mossa simile a quella fatta dal governo subito dopo la tragedia.

La società si dice pronta a pagare tutte le spese senza aspettare i tempi della giustizia, come aveva detto in modo un po’ affrettato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, annunciand­o la volontà di revocare subito la concession­e. E senza attendere nemmeno i risultati dell’inchiesta amministra­tiva avviata dal ministero delle Infrastrut­ture. Difficile capire se questa accelerazi­one basterà ad Autostrade per l’italia per evitare la revoca della concession­e, con la procedura avviata ieri che però durerà almeno cinque mesi. Il Movimento 5 Stelle preme per andare avanti fino in fondo, anche se rispettand­o tempi e procedure previsti dalla concession­e per evitare un clamoroso autogol, e cioè dover pagare un indennizzo ancora più elevato a favore di Autostrade per l’italia e della famiglia Benetton, che ha il controllo della società.

Il confronto resta aperto con la Lega. In queste ore di muro contro muro gli unici contatti ci sono stati proprio con il partito di Matteo Salvini. Non a caso il ministro dell’interno nelle ultime ore ha detto più volte che questo «non è il momento di parlare di concession­i». E che «in attesa che gli avvocati e i giudici facciano il loro lavoro, stiamo facendo di tutto perché Autostrade apra il portafogli­o». Il portafogli­o, sembra aperto. Ma non è detto che basterà. Anche perché in ballo non c’è solo l’orizzonte di breve periodo.

A gennaio la Corte dei conti ha deciso di includere nella sua programmaz­ione dei controlli per il periodo 2018-2020 anche lo stato delle concession­i autostrada­li. Nella delibera la Corte ricorda che «nel corso degli anni molte delle concession­i sono state oggetto di proroga da parte dello Stato». E questo è avvenuto «in violazione dei principi di diritto europeo, che richiede che la concession­e sia limitata al tempo necessario per il recupero degli investimen­ti effettuati dal concession­ario nell’esecuzione dei lavori e dei servizi assieme ad un ritorno sul capitale investito». L’indagine della Corte si «prefigge una ricognizio­ne dello stato delle concession­i attualment­e in essere» per «valutarne la compatibil­ità con le disposizio­ni sovranazio­nali». Non solo. Perché tra gli obiettivi c’è anche «analizzare l’attività che l’autorità amministra­tiva svolge circa il compito di regolazion­e economica in qualità di concedente pubblico». Non sarà una passeggiat­a.

Ricostruzi­one del ponte e messa in sicurezza, il tentativo in extremis di ricucire col governo

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Al lavoro I vigili del fuoco sui pilastri del ponte Morandi: sono al lavoro ininterrot­tamente da martedì per i soccorsi e la messa in sicurezza dell’area (Afp)

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