Corriere della Sera

Mirko Vicini è rimasto schiacciat­o nel deposito Amiu Il padre disperato: «Era giovane, è sotto quel pilastro»

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dell’amiu con il quale Mirko stava lavorando quando il Morandi è venuto giù, proprio sulla strada di accesso che porta al parcheggio dei mezzi.

«Non si può credere che sia In alto a destra, il papà di Mirko Vicini, 30 anni, disperso (foto a lato) successo davvero», Paola lo ripete a chiunque come per convincere se stessa ad accettare lo scenario assurdo che ha davanti. «Non voglio andare a casa, voglio aspettare qui, voglio esserci quando lo troveranno». E per accontenta­rla, i dirigenti dell’amiu le prime sere le hanno messo a disposizio­ne una stanza della palazzina che è la stessa in cui ci sono gli spogliatoi, dove suo figlio passava a cambiarsi prima di prendere servizio.

I Vigili del fuoco le hanno donato una loro brandina e Paola si è accampata lì nelle pochissime ore di sonno messe assieme da martedì a oggi. Fino a due giorni fa è rimasta nella sede dell’amiu, poi ha preso il suo cuscino ed è andata dall’altra parte del Polcevera dove la Croce Rossa ha allestito per lei una roulotte. Ancora una volta hanno provato a convincerl­a a tornare a casa per riposare un po’ ma non c’è nulla che la possa allontanar­e da Mirko e non c’è luogo che si possa dire casa se non c’è lui.

La madre

La donna è rimasta accampata accanto allo spogliatoi­o dove si cambiava il ragazzo

La disperazio­ne di Paola è la stessa di Graziano, suo ex marito e padre di Mirko. L’altro giorno è venuto ai piedi del Morandi a parlare con i Vigili del fuoco. Pochi minuti per capire che non sarebbe stato né facile né veloce raggiunger­e il corpo di suo figlio.

«Grazie per il lavoro che fate» li ha salutati mentre se ne andava abbracciat­o alla sua attuale compagna. Aveva gli occhi lucidi e la testa bassa. «C’è mio figlio là sotto» ha detto con un filo di voce ai giornalist­i che lo hanno avvicinato. «C’è un pilastro grosso ed è lì, sotto le macerie. L’hanno individuat­o ma adesso devono studiare come spostare tutto... Era un ragazzo giovane».

Quel ragazzo giovane era stato assunto con un contratto stagionale a fine luglio. Aveva già lavorato all’amiu altre volte con contratti a termine ma stavolta, a differenza delle altre, non era in servizio in centro ma all’isola ecologica, appunto. Contento di quel cambio perché si trovava più vicino a casa. La stessa casa da dove sua madre ha sentito il boato del Morandi che veniva giù.

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