Corriere della Sera

Paola e il figlio che non si trova «Dormo vicino alle macerie»

- Dall’inviata a Genova Giusi Fasano

C’ è una donna che da martedì mattina non si muove dai piedi del viadotto crollato. Si chiama Paola. Se ne sta lì seduta in un cantuccio a piangere e a guardare le unità cinofile dei Vigili del fuoco che vanno e vengono dai cumuli di macerie. Ogni tanto li ferma, accarezza i cani: «Hanno sentito qualcosa?». Finora no, nessuna traccia di Mirko Vicini, il suo figlio adorato che è lì, da qualche parte sotto le macerie. Aveva 30 anni. «Io da qui non me ne vado finché non lo trovano» ha giurato lei a tutti quanti appena la polvere del Morandi si è diradata mostrando ai suoi occhi immagini che pochi minuti dopo hanno fatto il giro del mondo.

Paola e il suo compagno, Luciano, vivono a due passi dal viadotto crollato. Martedì sono stati fra i primi, sotto il diluvio, ad arrivare davanti ai pezzi gigantesch­i del ponte appena collassato. Mirko aveva chiamato poco prima, sapevano che era in servizio proprio lì, all’isola ecologica dell’amiu, la Municipali­zzata dei rifiuti, dove si raccoglie e si smaltisce tutto ciò che non va a finire nei cassonetti.

Da quel momento in poi per Paola ogni ora è stata più straziante della precedente. Un’attesa difficile e lacerante che non ha lasciato posto a nessuna speranza, soprattutt­o dopo il ritrovamen­to di Bruno Casagrande, il collega

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