Corriere della Sera

Il dolore, la rabbia, la sfiducia In tanti dicono no ai funerali di Stato

Oggi con Bagnasco e Mattarella cerimonia per soli 18 Ci sono famiglie che hanno celebrato le esequie già ieri

- dall’inviato a Genova Cesare Giuzzi

C’è la bara del piccolo Samuele Robbiati. Bianca, quasi minuscola, in mezzo a quelle di papà Roberto e mamma Ersilia. Ci sono i feretri di Nora Rivera e Juan Carlos Pastenes, avvolti dalla bandiera del Cile. E poi quella di Andrea Cerulli, con la sciarpa del Genoa.

In fondo all’enorme Padiglione Jean Nouvel della Fiera di Genova, intanto, i tecnici montano l’altare e le sedie per i funerali di Stato che oggi saranno celebrati dal cardinale Angelo Bagnasco davanti al presidente Sergio Mattarella. Ma l’omaggio alle vittime della strage del Ponte non sarà il finale di questa immane tragedia che ha ferito non solo Genova ma tutta l’italia. Perché all’elenco dei 38 morti mancano ancora almeno cinque dispersi. E perché molte famiglie, la maggioranz­a, hanno scelto di non aderire ai funerali di Stato.

Una decisione forte, come nel caso dei genitori dei quattro ragazzi di Torre del Greco, o dei parenti di Andrea Vittone, della neo moglie Claudia e dei suoi due figli, per denunciare l’inerzia delle istituzion­i dietro il crollo del Ponte: «Non ho più fiducia in questo Stato», ha spiegato la sorella Denise Vittone. Le loro esequie saranno celebrate oggi pomeriggio a Pinerolo.

Niente funerali di Stato anche per le altre due vittime piemontesi, Alessandro Robotti e la moglie Giovanna Bottaro: funzione privata in mattinata ad Arquata Scrivia. La stessa decisione dei familiari dei fidanzati aretini Stella Boccia e Jesus Erazo Trujillo. In forma privata anche l’ultimo saluto alla 34enne di Busalla, Elisa Bozzo («Quelle cose pubbliche non mi piacciono», ha spiegato la madre) e per l’altro genovese, di Pedemonte, Francesco Bello.

In totale sono venti su 38 le famiglie che hanno scelto di non partecipar­e ai funerali di Stato. Una decisione «comprensib­ile», per il cappellano dell’ospedale San Martino di Genova, padre Mauro Brezzo, che in questi giorni ha dato conforto ad amici e parenti delle vittime del crollo: «Tanti non vogliono fare la passerella, e li capisco. Se invece di spendere i soldi per venire qui li avessero dati a questa povera gente sarebbe stato meglio», ha detto il sacerdote: «Tra le persone, in generale, prevale la rabbia. Invece i parenti sono in lacrime e in silenzio, vivono solo il dramma».

C’è anche chi ha già celebrato i funerali, come per Alberto Fanfani e Marta Danisi. Ieri le esequie nella parrocchia dei Santi Jacopo e Filippo di Pisa: «Ho preparato io Marta e Alberto al corso prematrimo­niale, si sarebbero sposati qui tra meno di un anno — ha detto nell’omelia don Roberto Jankovic —: oggi è il loro matrimonio».

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(Zennaro) LacrimeI familiari accanto alla bara di Marius Djerri, morto a 22 anni

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