Corriere della Sera

«Lo stop soluzione peggiore del male Rischia di guadagnarc­i solo la società»

Di Pietro: firmai io la convenzion­e da ministro, ma non secretai nulla

- di Giuseppe Alberto Falci

«Sulla tragedia di Genova ci sono più livelli di responsabi­lità», dice Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrut­ture nel 2007, nei giorni della sigla della convenzion­e tra Anas e Autostrade per l’italia.

Insomma, di chi sono a suo parere le responsabi­lità?

«Il controllo spetta al concedente che a norma della convenzion­e firmata ha il diritto dovere di monitorare la buona esecuzione dei lavori, la perfetta manutenzio­ne e i continui interventi di ripristino. Tutto ciò dal 2007 al 2012 è stato appannaggi­o dell’anas. Ma dal 2013, stando a una norma di legge, è diventato direttamen­te compito del ministero delle Infrastrut­ture ed in particolar­e è stata istituita una struttura ad hoc che si chiama “Vigilanza sulla concession­e autostrada­le”».

Tradotto: il responsabi­le è il dicastero di Danilo Toninelli?

«È vero che c’è una responsabi­lità da parte di Autostrade sull’omessa manutenzio­ne e sull’omesso ripristino. Ma è anche vero che c’è un omesso controllo da parte del ministero delle Infrastrut­ture».

Per quale motivo gli allegati della convenzion­e sono stati secretati?

«Io non ho secretato nulla. Ricordo che ogni secretazio­ne deve essere fatta con un provvedime­nto. E allora faccio un appello: tiriamo fuori il provvedime­nto che ha disposto il segreto e vediamo cosa c’è scritto e chi l’ha firmato».

Il ministro delle Infrastrut­ture ripete che il governo si costituirà parte civile.

«Un’uscita intempesti­va e inopportun­a perché solo alla conclusion­e dell’iter processual­e si conosceran­no i responsabi­li. Ma, occorre ripeterlo, ci sono più livelli di responsabi­lità».

Al dicastero spettava controllar­e Sbaglia a dire di costituirs­i parte civile prima che si accertino i colpevoli

A cosa si riferisce?

«C’è una responsabi­lità politica e istituzion­ale degli esecutivi di centro, destra e sinistra che non hanno visto, non hanno riflettuto e non hanno operato su alcune priorità, come ad esempio, il rischio della vita delle persone».

Intanto il governo ha già attivato l’iter di revoca della concession­e.

«È la soluzione peggiore del male. Un danno per lo Stato. Perché difficilme­nte porterà a un risultato adeguato. Il rischio è che l’unico a guadagnarc­i sarà Autostrade».

E allora come si sarebbe dovuto comportare l’esecutivo?

«Ci sono altre misure, ad esempio è possibile ridiscuter­e i livelli di pedaggio in base alla tenuta in efficienza del sistema. Oppure si può aumentare la quota di utili da destinare alla manutenzio­ne».

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