Indagine su tiranti e manutenzione
Già al lavoro i due periti nominati dagli inquirenti Sequestrati i monconi del viadotto rimasti in piedi
I documenti riguardanti l’esecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria; il contratto di concessione, il carteggio fra Autostrade per l’italia e il ministero dei Trasporti e poi i riscontri sui controlli: a carico del concessionario e a carico della Direzione del ministero preposta alla vigilanza sui concessionari autostradali, che deve verificare l’esecuzione a regola d’arte dei lavori.
Ieri la Procura di Genova ha disposto l’acquisizione di una montagna di carte riguardanti il ponte Morandi, compreso l’audio della seduta del 18 luglio scorso di una Commissione consiliare del Comune di Genova dedicata ai problemi del viadotto. Operazioni affidate agli uomini della Guardia di Finanza e alla Squadra mobile di Genova, oltre che a due consulenti nominati ieri mattina dai pubblici ministeri, gli ingegneri Pier Giorgio Malerba, docente al Politecnico di Milano, e Renato Buratti di Genova, che hanno provveduto a selezionare i documenti.
È scesa in campo anche l’ex ministra della Giustizia e avvocata Paola Severino: «In qualità di consulente legale di Autostrade per l’italia, suggerendo di mettere tutto a disposizione della Procura». Suggerimento accolto.
A Malerba e Buratti è stata affidata una consulenza tecnica che dovrebbe indirizzare l’indagine e portare ai primi indagati. Sessanta giorni di tempo «ma speriamo che i primi risultati arrivino in anticipo», auspica il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, al lavoro con i colleghi Paolo D’ovidio, Massimo Terrile e Walter Cotugno. E sempre ai due esperti è stato affidato il compito di scegliere le macerie del ponte ritenute rilevanti, mentre sono stati sequestrati i due monconi del viadotto rimasti in piedi.
Prende consistenza l’ipotesi di un cedimento strutturale legato a uno strallo, uno degli enormi tiranti su cui si reggeva la campata del ponte crollato. A supportarla, i risultati di uno studio del Dipartimento di architettura e ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito del Politecnico di Milano, al quale la Spea engineering del gruppo Atlantia, che controlla Autostrade per l’italia, aveva affidato una consulenza nel settembre del 2017. «Abbiamo osservato che un elemento (un tirante, ndr) non lavorava come il suo gemello. Poteva essersi indebolito per corrosione», hanno spiegato dal Politecnico.
Un testimone oculare, che aveva la prospettiva sull’intero ponte, ha dichiarato di aver visto la rottura di un tirante e poi il cedimento della struttura.
Il cedimento L’ipotesi del cedimento di uno strallo suggerita da uno studio del 2017 e un testimone oculare