Il pm e le tappe dell’inchiesta «Nel mirino materiali e controlli»
Il procuratore aggiunto D’ovidio: indagati in una seconda fase
La mattina del crollo si era messo le mani fra i capelli: «È un macello». Tornato dal sopralluogo al Ponte Morandi, il procuratore aggiunto Paolo D’ovidio cercava di orientarsi in un caso che si preannunciava enorme. A lui il compito di coordinare il gruppo di lavoro a cui è stata assegnata l’indagine.
Dottor D’ovidio, come pensate di procedere?
«L’idea è ottenere dai due consulenti nominati questa mattina (ieri, ndr) un primo indirizzo sulle responsabilità del disastro, per individuare i filoni d’indagine. Dovranno affrontare due questioni su tutte, una tecnico ingegneristica e una documentale con riferimento alla manutenzione del ponte, comprensiva dei controlli».
Ci sono degli indagati?
«Al momento no, le iscrizioni verranno fatte probabilmente al termine di questa prima fase esplorativa».
Avete un’idea su cosa possa essere accaduto?
«Proprio perché l’indagine è molto tecnica, ora è difficile fare delle ipotesi sul crollo».
Un cedimento strutturale legato agli stralli del ponte?
«Gli stralli saranno oggetto di approfondimento, come pure le solette e i materiali da costruzione».
Il fulmine che colpisce un tirante malandato e gli dà il colpo di grazia?
«Al momento non abbiamo riscontrato un tale nesso».
Si è addirittura ventilata l’ipotesi del terrorismo.
«È esclusa».
Ci sono video che riprendono il momento del crollo?
«Ne abbiamo acquisiti due da telecamere lungo l’autostrada, ma aiutano poco. Quella sul versante di Ponente è puntata verso il basso; quella di Levante ha registrato immagini disturbate dal maltempo, e la curva non consente una visuale completa».
Il processo avrà una corsia preferenziale, non sarà rapido ma non parlerei di anni per arrivare a sentenza
Vi troverete di fronte a un colosso come Autostrade. E anche un ministero, che con Autostrade dialogava continuamente. Che effetto le fa?
«Io accerto i fattori indipendentemente da chi ho di fronte. L’importante è arrivare a una verità».
Finirà in guerra di perizie?
«Ci saranno i nostri consulenti, ci saranno i loro, ci sarà un incidente probatorio, un confronto. Se si arriverà a una certezza sulle cause tecniche del crollo, la discussione è chiusa. In campo scenderanno professionisti molto competenti, anche sul nostro fronte».
Quanti anni ci vorranno per una sentenza?
«Il processo avrà una corsia preferenziale. Non sarà rapido ma non parlerei di anni».