Il dolore di Genova le pay tv e gli Usa Miccichè, decisione difficile e sofferta
Una decisione delicata, sofferta, quella di non rinviare la prima giornata di serie A. Presa da Gaetano Miccichè, numero 1 della Lega calcio, dopo 24 ore passate al telefono in una serie intensa di colloqui, con Giovanni Malagò, presidente del Coni, le autorità cittadine di Genova, ovviamente con i presidenti della serie A, per primi Ferrero alla guida della Sampdoria e Preziosi, numero 1 del Genoa. È qui che nasce il parziale pit stop del pallone, che contempla solo il rinvio delle partite che riguardano le squadre genovesi, Sampdoria-fiorentina e Milan-genoa. Oggi, giorno di lutto nazionale, si va in campo. E vai con Ronaldo, Sky e Dazn (la sigla del network televisivo che quest’anno si è messo a giocare a pallone).
Per Miccichè sarebbe stato più facile, meglio più comodo, rinviare il battesimo stagionale del calcio, soprattutto pensando a oggi, giorno di lutto nazionale. Non l’ha fatto, certo non per insensibilità. L’obiezione più scontata, quindi giustificata, con la quale ha dovuto confrontarsi è stata questa: «Ma come, il calcio ha avuto l’attenzione di fermarsi per la morte improvvisa di Davide Astori, giocatore della Fiorentina, e non fa
Tommasi Penso che giocare le partite con il lutto al braccio sia un segnale forte
un passo indietro per una tragedia come quella di Genova che coinvolge non solo una città ma un Paese intero...». Non è questo il punto, la Lega calcio e il suo presidente Miccichè ritengono ciò che è capitato a Genova e sta vivendo la sua gente, con quel ponte diventato improvvisamente maledetto, un «dramma immane». Davanti al quale si è