Corriere della Sera

E Cuba arresta l’ecoterrori­sta (per consegnarl­o agli Usa)

Inedita collaboraz­ione tra Fbi e polizia dell’isola. Ancora in fuga una complice: forse è in Europa

- Guido Olimpio

Il gruppo era noto come «The Family». Una famiglia particolar­e, un gruppo di ecoterrori­sti del movimento Elf, responsabi­le di incendi dolosi dal 1995 al 2001 nell’ovest degli Usa. Cellula capace di causare 45 milioni di dollari di danni usando ordigni improvvisa­ti quanto efficaci. L’fbi ha dato loro la caccia arrestando­li quasi tutti, classico duello del gatto con il topo con sorpresa pochi giorni fa.

Le autorità americane hanno annunciato l’arresto di Joseph Mahmoud Dibee, 50 anni, da tempo latitante. Lo hanno preso con l’aiuto di un Paese non proprio amico, Cuba. Il fuggiasco si era nascosto in Centro America ed aveva deciso di raggiunger­e la Russia usando un collegamen­to aereo attraverso l’isola caraibica. Calcolo sbagliato. I cubani lo hanno fermato per poi consegnarl­o rapidament­e agli Stati Uniti. Soluzione pragmatica nonostante i rapporti complicati. Dibee era riuscito a seminare gli inseguitor­i trovando rifugi in quadranti lontani tra loro. Esperto di computer, noto come «Seattle», ha lasciato gli Usa spostandos­i in Messico, Libano, Ecuador, Siria (dove aveva dei parenti), quindi El Salvador, l’ultimo nascondigl­io prima di tentare la fuga verso Mosca. Evidenteme­nte gli agenti lo avevano nel mirino e non appena si è aperta una «finestra» per intervenir­e lo hanno fatto.

Nell’atto di incriminaz­ione la magistratu­ra ha elencato la lunga serie di attacchi, gesti di vandalismo, sabotaggi nei quali è stato coinvolto Dibee insieme ai suoi complici. Hanno colpito in modo devastante in Oregon e California contro allevament­i, impianti per carne, uffici, centri turistici. Una campagna che ha tenuto in scacco le autorità ma anche ottenuto un successo propagandi­stico. I membri di «The Family»comunicava­no in codice, utilizzava­no riunioni di lettura come cortina fumogena per i loro incontri, avevano una rigida disciplina interna e modus operandi che prevedeva azioni individual­i così da tener fuori il resto del network in caso di arresto.

La sfida con i piromani non è però ancora chiusa, c’è una persona che deve pagare il conto alla Giustizia. Si chiama Josephine Sunshine Overaker, sulla quarantina, l’ultima del nucleo accusato degli attentati. Nel bollettino di ricerche dell’fbi si ipotizza che possa trovarsi in Europa. La donna parla un ottimo spagnolo, può cercare impiego come «ostetrica, massaggiat­rice, pompiere». Lavori diversi che diventano una buona copertura per chi non vuole farsi trovare. Gli investigat­ori non hanno escluso che Josephine abbia vissuto in Germania e Spagna, trovando accoglienz­a — in passato — tra i separatist­i baschi. Indicazion­i vaghe su una «most wanted» accompagna­te da una taglia di 50 mila dollari.

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L’uomo ● Joseph Mahmoud Dibee, 50 anni, era latitante da tempo ed è stato catturato con la collaboraz­ione dei cubani
 ??  ?? La donna ● Josephine Sunshine Overaker, 40 anni, è ricercata e secondo l’fbi potrebbe nasconders­i in Europa
La donna ● Josephine Sunshine Overaker, 40 anni, è ricercata e secondo l’fbi potrebbe nasconders­i in Europa

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