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Molti appassionati faticano ancora ad accettare il voto dell’iau che nel 2006 ha escluso Plutone dalla famiglia dei pianeti del Sistema solare. Più che la scienza a volte contano la familiarità e l’affezione. Ma tra gli addetti ai lavori il contributo di Lemaître è ben noto, ed è tornato alla ribalta quando Nature ha svelato la soluzione di un giallo storicoscientifico. Lemaître è arrivato indubbiamente prima di Hubble, con un articolo ispirato dalla Relatività generale di Albert Einstein e pubblicato nel 1927 su una rivista minore in lingua francese. Poi quando il testo è stato tradotto in inglese, nel 1931, un paragrafo fondamentale è saltato, tanto da far sospettare una censura a favore di Hubble.
Lo scienziato statunitense, però, è stato scagionato da una lettera trovata da Mario Livio, dello Space Telescope Science Institute a Baltimora, in cui lo stesso Lemaître spiega di aver tagliato le osservazioni superate, nel frattempo, dal lavoro del collega più noto.
Questo caso, in definitiva, è l’ennesima dimostrazione che la scienza non è fatta da geni solitari ed eureka definitivi, ma può essere raccontato anche come un esempio virtuoso, in cui «l’onestà intellettuale e la modestia hanno fatto preferire il progresso della scienza alla visibilità personale», per citare la Risoluzione. Benvenuti ci tiene a ricordare la doppia veste di Lemaître: astronomo e sacerdote. Identificare il Big Bang scientifico con il Fiat lux biblico sarebbe stata un’ingenua forzatura, e fu lui a sconsigliarla a Pio XII. Per continuare su questa via, sarebbe opportuno aggiornare le formulazioni di quei dogmi di fede che con l’avanzare delle conoscenze «sono diventati incomprensibili e rischiano di trasformarsi in un insostenibile fardello per gli uomini di scienza», si legge sull’avvenire.
«Una visione religiosa o spirituale del mondo non può essere in conflitto con la realtà che emerge dall’indagine scientifica. In passato la Chiesa non è sempre stata impeccabile da questo punto di vista, ma i tempi per fortuna sono cambiati» commenta Balbi.
Come si vede, ce n’è abbastanza per desiderare che a Lemaître venga co-intitolata la legge dell’espansione dell’universo.
E, perché no, anche una missione spaziale. L’evento
● A partire da dopodomani, 20 agosto, e fino alla fine del mese, si terrà a Vienna la trentesima Assemblea generale dell’unione astronomica internazionale
L’astrofisico
Balbi, astrofisico di Tor Vergata: «L’idea di un riconoscimento è giusta e sacrosanta»
● L’evento, che si celebra con cadenza triennale e si pone l’obiettivo di stimolare la collaborazione internazionale sulle questioni di maggiore attualità nella ricerca astronomica, riunirà oltre 3.500 astronomi provenienti da oltre ottanta Paesi del mondo