In Transiberiana a 98 anni
Renato in viaggio con la figlia e i libri di Montanelli «Lo sognavo da bimbo, una cosa così non ricapita»
Il viaggio
● Renato Cocchetti, 98 anni, per coronare il suo sogno di percorrere una volta nella vita la ferrovia Transiberiana, è partito giovedì da Milano con un aereo diretto a Mosca: da qui, in treno, raggiungerà Pechino
● Il viaggio sulla strada ferrata, della durata di circa 8 giorni, toccherà le città di Kazan, Ekaterinburg, Novosibirsk, lambirà il lago Baikal, e poi ancora attraverserà Ulan Ude, Ulan Bator, il deserto del Gobi per terminare nella capitale cinese. Il rientro in Italia sarà in aereo
● Il viaggio in treno coprirà una distanza di circa 9.000 chilometri. Con Renato ci sono la figlia Maria Grazia e un’amica di famiglia
DEkaterinburg Novosibirsk
Ulan Bator Pechino a Milano a Mosca in aereo. E poi novemila chilometri su un treno che attraversa le steppe, visita il deserto del Gobi e arriva a Pechino: i paesaggi di Tolstoj e lo spirito di Marco Polo. Renato Cocchetti ha realizzato il suo sogno: percorrere la Transiberiana e arrivare fino alla capitale cinese. «Già che mi cimento, tanto vale farla bene. Perché questa non mi ricapita». Ed è facile credergli. Perché Renato Cocchetti, nato nel 1920, ha 98 anni. Pensava a questo viaggio da quando era bambino e finalmente il 16 agosto è partito da Malpensa. Direzione Mosca. Di lì è salito sul treno turistico Zarengold con la figlia, che di anni invece ne ha 54, e ha preparato l’evento in ogni particolare. Prima ha consultato i medici che hanno dato il via libera ma raccomandando una serie di accorgimenti. Poi ha cercato l’agenzia di viaggi che proponesse un programma non troppo sfiancante e un’assicurazione che assecondasse questa avventura. E infine le valigie: dove nulla è stato lasciato al caso. «Ho dovuto pensare — riassume Maria Grazia, insegnante in congedo e scrittrice — ai farmaci giornalieri e a quelli di emergenza, poi al cibo per il corpo e a quello per la mente»: dai mirtilli liofilizzati al succo di aloe che fanno parte dell’alimentazione del papà fino a una selezione di libri sulla Siberia e ai titoli dello scrittore preferito, Indro Montanelli. Caricati anche alcuni oggetti per garantire la quotidianità dei piccoli gesti e scandire meglio la giornata: la Irkutsk A Mosca Renato Cocchetti, nato nel 1920 a San Bassano, nel Cremonese, passeggia nella Piazza Rossa di Mosca: è la prima tappa del viaggio che lo porterà dalla Russia fino a Pechino a bordo della Transiberiana sveglia, qualche fotografia, un piccolo cuscino.
Insieme ai due viaggia la figlia di un’amica di famiglia che studia medicina e parla russo e tedesco. Sarà lei a por- tare la carrozzina caricata sul volo per le emergenze o i lunghi spostamenti.
La Transiberiana è il coronamento di una vita avventurosa. Nato in un paesino del Cremonese, San Bassano, il figlio del ciabattino a 13 anni inforca la bicicletta con uno dei fratelli e viene a Milano a cercare un lavoro, portando in tasca due soldi del papà e un uovo sodo preparato dalla mamma per rifocillarsi lungo il tragitto. Dopo i primi mestieri di fortuna, garzone del panettiere e tornitore da un artigiano, Renato viene assunto alla Isotta Fraschini. Si diploma frequentando le scuole serali, è in gamba e comincia a far carriera arrivando all’ufficio acquisti. Di lì a qualche anno, siamo nel 1949, si mette in proprio con un ex capo ufficio con cui fonda la Meccanica Besnatese. Nel frattempo i capi della Isotta Fraschini lo avevano convinto a comprare alcune azioni per aiutare l’azienda: così incontra il mondo della Borsa, che continuerà a frequentare fino agli anni Novanta, e ne resta affascinato. Gran lavoratore, innamorato di Milano, appassionato di libri e viaggi, Renato non ha sempre vita facile: uno dei dolori più grandi è la morte della moglie Elda. Decide di ospitare in casa la sorella Gianna, rimasta anche lei vedova e che si prenderà cura di lui per quasi trent’anni. L’altro capitolo infelice è legato all’incontro con un suo inquilino che riesce a mangiargli un bel po’ di soldi: ci sono di mezzo tribunali, processi e una condanna per circonvenzione di incapace con Maria Grazia nominata tutrice. Nel frattempo anche la salute dà qualche problema. Renato convive con il diabete e porta i segni di una forma di demenza senile tenuta a bada, come prescrive la neurologa, anche dal continuare a esercitare la mente con la raccolta dei ricordi di tutta la vita. Dolori e acciacchi non lo hanno fermato: «Uno dei miei libri di scuola — ricorda — parlava del treno che attraversava la Siberia. Ho continuato a pensare che prima o poi avrei dovuto vedere quei posti».
E ora, a 98 anni, quando si è trovato come prima tappa in Piazza Rossa, emozionato e felice, ha capito: quel pensiero è diventato realtà.