Dalla cena a 1 euro al caffè sospeso La nuova vita dei ristoranti sociali
Tra Scampia, Milano e Roma: come il cibo può diventare un’occasione di riscatto
La parola d’ordine è condivisione. E in una città come Napoli è una parola che conta tanto. Nel capoluogo campano nasce il caffè sospeso, e da poco c’è anche la pizza sospesa: sono modi di aiutare chi è bisognoso, lasciando una consumazione pagata per chi arriverà. E a Napoli, anzi precisamente a Scampia, sotto una delle famigerate Vele, ha aperto il «Ristorante Solidale», un luogo accogliente dove al prezzo simbolico di un euro a persona viene servito un pasto completo per 120 coperti. Un progetto nato dalla collaborazione di alcune realtà molto attive sul territorio, come l’associazione Le Vele, con il presidente e chef del ristorante Pino Catuogno, promotrice dell’iniziativa insieme ad Abili Oltre, la fondazione ‘A Voce d’è Criature, la Comunità di Sant’egidio, l’associazione Stefano Jovele, Camminare Insieme e il Centro Mamu. Ogni mese la cena solidale è dedicata ad un prodotto tipico del territorio, per celebrare le eccellenze locali, raccontate poi in alcuni momenti didattici. La prima cena è stata incentrata sul pomodoro, che dai fusilli alle polpette è stato protagonista delle portate. Sono previsti percorsi enogastronomici e la messa a disposizione di prodotti a km zero: lo scopo è incentivare una corretta alimentazione tra i giovani.
La struttura di circa 2mila metri quadrati, che pian piano sarà recuperata e adibita al progetto, è quella vicino alla Vela Rossa dove prima sorgeva il mercato rionale di Scampia, rilevata nel 2007 dall’azienda di ristorazione Chipa group. Un’opportunità enorme per i ragazzi del disagiato quartiere napoletano, come spiega Marino D’angelo, presidente di Abili Oltre e promotore dell’iniziativa: «Si tratta di un progetto che vuole partire dal basso, dando ai disagiati e ai giovani opportunità che siano non solo strumenti ma vere e proprie passioni. Vogliamo creare situazioni positive con un canale, il cibo, che è sempre più universale. La nostra è una festa solidale, un’occasione per regalare una cena fuori anche a chi non può permettersela. Vorremmo coinvolgere produttori e agricoltori locali e non, per trascinare i ragazzi del territorio, farli appassionare e creare orti urbani, autoproduzioni. Penso ad esempio a marmellate e confetture fatte con le loro mani e con i prodotti coltivati da loro stessi. Se riusciremo a fare di questo luogo un punto di riferimento e aggregazione, possiamo aspirare a creare nuovi posti di lavoro per i ragazzi di Scampia». La seconda puntata delle cene sociali sarà alla fine di settembre e vedrà co- me protagonista la melanzana. È prevista poi una grande festa di Natale, anche un po’ allargata.
Napoli capitale italiana della solidarietà, dunque. Ma pian piano un po’ ovunque stanno nascendo questi tipi di ristoranti, con una duplice sfumatura: sociale-solidale o con attenzione al territorio e ai produttori locali a chilometro zero. In via Giambellino a Milano ha aperto «Ruben», il locale ideato e voluto dall’imprenditore ed ex presidente dell’inter Ernesto Pellegrini. Il menu costa un euro per i 480 coperti, ed è gratis per i ragazzi sotto i 16 anni. Ai tavoli danno una mano volontari di tutte le età, compresi i bambini. E da qualche anno c’è anche «Biofficina», in zona Paolo Sarpi: una cooperativa sociale ideata dal titolare Marco Beretta e da un gruppo di donne peruviane, musulmane e cingalesi. «Ci siamo incontrati con Magaly, peruviana e presidente della coop – spiega Beretta – e abbiamo deciso di unire le forze per un progetto a due facce: la multiculturalità e il chilometro zero. Da “Biofficina” si mangiano piatti di tutto il mondo e si trovano prodotti del territorio, che sono anche acquistabili. Lo spirito sociale resta nei tirocini che organizziamo per migranti e disabili». È un progetto dall’ampio respiro quello di «Altrove», nel cuore del Food district di Roma Ostiense, che chiama in causa intorno allo stesso tavolo solidarietà, formazione e cucina. All’entrata si legge «porte aperte sul mondo»: è la mission di questo ristorante, voluto dalle associazioni Cies Onlus e Matemù, che hanno dato vita ad un percorso gratuito di formazione per aiuto-cuoco, aiuto-pasticcere e operatore di sala-bar.