Russia, il grande nodo
Da Mosca a San Pietroburgo, dove passato, presente e futuro sono intrecciati come mai nel mondo
Solo lui è rimasto, il compagno Vladimir Ilic. A ricordare il sogno dell’impero che fu è rimasto solo Lenin, o meglio la sua mummia, oggi assediata non più dai fedeli nostalgici di un tempo ma da turisti disincantati che continuano a venire da tutto il mondo. Il comunismo è stato mummificato con Vladimir Ilic, ma quei turisti sono tenuti comunque a certe regole immutate: mantenere un contegno rispettoso, non fotografare o filmare la salma, non tenere un cappello in testa, non parlare, non fumare, e mani fuori dalle tasche. Appena metti una mano in tasca, una guardia ti fa cenno di tirarla fuori.
Contraddizioni, certo: Lenin è morto quasi cent’anni fa e certi suoi dogmi più assolutisti vengono ormai glorificati solo nella Nord-corea dei vari Kim. Ma la Russia nel 2018, con le sue regine Mosca e San Pietroburgo, è appunto il pianeta delle contraddizioni. Ed è per questo che è così affascinante visitarle. Passato, presente e futuro sono qui intrecciati come in nessun altro angolo del mondo. Andare lassù, è come attraversare tutte e tre le dimensioni in una sola volta: un’esperienza non paragonabile ad alcun altro viaggio. Il Corriere della Sera porterà i propri lettori a Mosca e San Pietroburgo dal 18 al 25 ottobre. Fondato nel 1876, ha sempre seguito con inviati e corrispondenti fissi le vicende dell’unione Sovietica e poi della Russia. Le rivoluzioni, le carestie, i momenti delle grandi speranze. I loro articoli, raccolti anche in libri diffusi con lo stesso giornale, sono lì a testimoniarlo. In questo viaggio, i lettori saranno appunto accompagnati – oltre che dalle guide turistiche - da uno di questi inviati, che condividerà con loro le proprie esperienze e memorie. Un modo particolare per approfondire l’incontro con un mondo così complesso come quello russo, e oggi guidato da colui che molti considerano il nuovo zar, Vladimir Putin.
La Russia è il più vasto Stato del mondo, per metà disabitato. Ha circa 144 milioni di abitanti, di cui 18 milioni censiti nell’area metropolitana di Mosca. Da Pietro il Grande fino a oggi, quest’umanità ha dato al mondo alcuni dei più grandi capolavori della letteratura, della pittura, della musica. E nello stesso tempo, alcuni dei più grandi esempi di sofferenza e misticismo. La Russia, con tutti i suoi drammi, infonde rispetto e amore, e chi la vede una volta non potrà più dimenticarla. Niente retorica, ogni visitatore può giudicare da solo. A 27 anni dalla caduta del comunismo, i grigi palazzi dei Soviet sono ancora lì, ma circondati da grattacieli, alberghi e ristoranti ai vertici del lusso, centri commerciali che non hanno nulla da invidiare a quelli dell’occidente. Intorno al Cremlino, con le sue cupole magiche e la sua indimenticabile chiesa di san Basilio, trionfa un ventunesimo secolo del post-capitalismo. Le grandi strade come il Leninskyi Prospekt, che trent’anni fa erano percorse soprattutto dalle «Volga» nera del partito, oggi sono intasate da Suv fuoristrada. Ma pochi chilometri più in là, ecco i falansteri, i blocchi di palazzoni brezhneviani e poi krusheviani dove per decenni due o tre famiglie condivisero un solo appartamento. È un vero benessere consolidato, quello del presente? Oppure la bilancia tornerà a rovesciarsi, e il tempo a fermarsi, come tante altre volte nel passato?
I lettori nel Corriere, nel loro viaggio, scopriranno molti spunti per trovare una risposta a questa domanda. Tre soli esempi: la visita alla galleria Tretyakov, dove si fondono tutti i diversi splendori dell’arte russa; o quella serale alle stazioni della metropolitana di Kievskaya e Komsomolskaja, le più belle o sontuose, di cui il campagnolo Stalin fu (giustamente) tanto orgoglioso. O infine la visita al monastero di Novodevicij, superbo esempio del barocco russo, ben presente anche in Guerra e Pace di Leone Tolstoj.
Dopo i giorni di Mosca, quelli di San Pietroburgo, che è forse troppo conosciuta ed amata per aver bisogno di una qualsiasi presentazione. Ma anche qui, il tempo ha galoppato e il futuro preme, perciò sarà importante conoscerla com’è ora.
Dal Museo Hermitage, considerato in assoluto uno dei più belli al mondo, al Campo di Marte, alla prospettiva Nevskij. Quasi ad ogni angolo, sembrano affacciarsi i personaggi e i paesaggi di Dostojevsky. O le ombre degli zar: il palazzo della residenza estiva imperiale di Caterina; lo splendore di Pavlosk, fra boschi e laghi, dove gli zar affidarono ai più grandi architetti d’europa — soprattutto italiani — il progetto di una reggia che avrebbe dovuto rappresentare per molti secoli il loro potere.
Non fu così. Ma tutta la magia della Russia antica e presente sono ancora lì, pronte per essere scoperte ed esplorate.