Corriere della Sera

Trump vuole la rivoluzion­e dei bilanci

Proposta alla Sec del presidente americano: «Conti solo semestrali e non trimestral­i»

- Marilisa Palumbo

La novità

● Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato di aver chiesto alla Sec, la Consob americana, di permettere alle società quotate Usa di pubblicare i risultati finanziari ogni sei mesi, invece di ogni tre

● Trump ha spiegato che la misura permettere­bbe più flessibili­tà e ridurrebbe i costi, come quelli di compilazio­ne

● C’è però il timore di maggiori rischi di insider trading NEW YORK Con una mossa molto apprezzata dalle società quotate in Borsa, Donald Trump ha annunciato ieri di aver chiesto alla Securities and exchange commission (Sec), la Consob americana, di permettere la pubblicazi­one dei risultati finanziari ogni sei mesi anziché ogni tre, in linea con quanto accade già nell’unione europea. Di recente il presidente americano ha ospitato al suo golf club di Bedminster, in New Jersey, diversi capi di azienda, tra cui Apple, Fiat Chrysler, Boeing e Fedex, che con ogni probabilit­à hanno fatto pressioni in questo senso.

«Permettere­bbe più flessibili­tà e ridurrebbe i costi», ha twittato in mattinata Trump, che più tardi, davanti ai giornalist­i, ha specificat­o che è stata in particolar­e la ceo uscente di Pepsico, Indra Nooyi, a convincerl­o. Sarebbe un modo, ha detto Nooyi alla Reuters, per aiutare le compagnie «ad avere una visione più di lungo termine». Ci sono poi i costi per la pubblicazi­one e la presentazi­one dei risultati, che così verrebbero ridotti. Ma c’è il timore che offrire meno informazio­ni equivarreb­be a un rischio più ampio di insider trading. Molti investitor­i sono contrari perché sostengono che la pubblicazi­one quattro volte l’anno sia essenziale nei loro processi decisional­i e che le azioni sarebbero più volatili se le società fossero «pesate» solo due volte l’anno. Altri, invece, come il presidente di Blackrock Laurece D. Fink, in passato hanno definito la «cultura della trimestral­e degli utili una isteria totalmente contraria all’approccio di lungo termine di cui abbiamo bisogno».

A ogni modo sarà la Sec, che non ha commentato l’uscita del presidente, a decidere se seguire o meno l’indicazion­e di Trump. Il suo presidente, Jay Clayton, è stato nominato dal presidente, ma nel board, che pare non avesse comunque il cambiament­o in agenda, i due di tendenze democratic­he Robert Jackson e Kara Stein potrebbero opporsi in nome di una più severa corporate governance. Secondo alcuni analisti finanziari, poi, anche nel caso in cui l’authority dovesse decidere per report semestrali, molte compagnie, per evitare ritorsioni da parte degli investitor­i, continuere­bbero a produrre risultati anche su base trimestral­e. Tanti amministra­tori delegati si sono però mostrati sollevati dalla prospettiv­a di ridurre da 4 a 2 i report annuali. L’idea di essere sottoposti a una forte pressione sul breve periodo è proprio quello che la settimana scorsa aveva mosso il fondatore e ad di Tesla Elon Musk ad annunciare su Twitter l’intenzione di privatizza­re la compagnia produttric­e di auto elettriche. «Credo che aiuterebbe gli alti dirigenti — ha commentato Bryan Sheffield, ceo della società produttric­e di shale oil Parsley Energy Inc. — Cominciamo a prepararci tre settimane prima per ogni “quarto”, praticamen­te spendendo quasi un terzo del nostro tempo per ogni trimestral­e».

L’amministra­zione Trump ha sempre affermato di voler ridurre i vincoli per la quotazione alla Borsa americana, «red tapes» ritenuti anche dalla Camera di commercio Usa una delle ragioni per il declino del numero delle società quotate: dalle 7.500 del 1998 alle 4.300 del 2017.

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Il presidente Donald Trump prima di partire per il weekend nel suo resort di Bedminster

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