Così nasce la Blockchain Italia: le imprese guideranno il futuro
Bentivogli: il registro delle transazioni cambia le catene di valore
● La Blockchain è la tecnologia informatica che consente di tracciare tutte le transazioni in maniera aperta e condivisa MILANO La premessa: non è un manifesto apologetico della Blockchain. Una celebrazione entusiastica del registro informatico, l’infrastruttura digitale dove è possibile conservare/tracciare qualunque tipo di transazione. Presenta grandi opportunità, ma non è applicabile in tutti casi. Va gestita, perché si presta agli interessi di parte. D’altronde è «una tecnologia appena uscita dall’alveo della comunità open source». I due estensori, il segretario generale di Fim Cisl Marco Bentivogli e il tecnologo Massimo Chiriatti, hanno deciso di promuovere questa «forma di notarizzazione distribuita e aperta», perché — dice Chiriatti — «può essere sperimentata per migliorare i processi industriali». Associata al boom delle criptomonete come il Bitcoin, la Blockchain in realtà è tanto altro. Alla base, dice Chiriatti, c’è il «meccanismo del consenso», che le parti s’impegnano a rispettare per scrivere sul registro comune.
Precondizione del suo utilizzo è ciò che potremmo definire una condivisione etica ispirata ai principi dell’apertura, della velocità, della sicurezza, della trasparenza e della decentralizzazione a minor costo. Spiega Bentivogli che le applicazioni sono infinite e si legano anche allo sviluppo dell’economia circolare. «Si pensi alla certificazione delle merci e delle parti di ricambio. La produzione di veicoli è cambiata da metallo e plastica per includere materiali più tecnologicamente avanzati come l’elettronica — racconta Bentivogli —. Le politiche nazionali stimolano il riutilizzo di questi materiali, anche se per le aziende di riciclaggio è sempre più difficile determinare quali metalli possono essere riutilizzati senza comprenderne l’origine. Approfondire il ciclo di vita della catena di approvvigionamento di veicoli e parti renderebbe più facile nell’economia circolare comprendere l’origine dei componenti».
Altro versante di implementazione è quello della tutela del made in Italy. Il sistema del falso è estremamente sofisticato e investe intere filiere con meccanismi distorsivi della concorrenza. «Un registro moderno costruito su una rete Blockchain distribuita potrebbe essere in grado di registrare parti di veicoli — rileva Bentivogli —. Questo diventerà sempre più importante man mano che i veicoli diventano più intelligenti. Quando la produzione diventa anch’essa intelligente grazie all’uso dei dati si può iniziare a parlare di Industria 4.0». L’esito complessivo porta a un cambiamento copernicano della gestione della catena del valore, della supplychain delle imprese. Che pur essendo interconnesse a livello globale, «utilizzano ancora gli stessi sistemi di tracciamento di 40 anni fa», analizza Bentivogli.
Qualche rischio c’è. Riguarda la privacy. Per Chiriatti «nelle reti l’identità è conosciuta. Un comportamento illegale, quando viene scoperto, è punito e si perde la reputazione». Si tratterebbe di «uno spostamento del rischio. Dalla trasmissione del dato alla sua custodia». Ora diventata nevralgica. Continua Bentivogli: «Sarà un’occasione per la tracciabilità etica dei prodotti, la sostenibilità delle filiera: gli smart contracts daranno una svolta nella trasparenza del mercato del lavoro, nell’integrazione delle politiche attive».