Corriere della Sera

Pasta e Pizza, la spinta dei fondi Le catene italiane conquistan­o il mondo

Da Spontini a Berberè, da Londra al Medio Oriente: nuove Grom crescono

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MILANO A fare scuola e notizia per primo fu Grom, che portò il gelato «made in Torino» da Londra a Parigi, fino a Dubai e New York. I nuovi ristoranti specializz­ati in piatti o prodotti tipici italiani cambiano faccia. Completame­nte. Nascono, agiscono e crescono come startup. E come queste sono innovativi. La ricetta è la seguente: prodotti locali di altissima qualità, fondatori giovani e preparati, scalabilit­à e attenzione al «capitale umano». Facciamo un esempio: 2010, Castelmagg­iore, Bologna. Due giovani fratelli calabresi decidono di investire i loro risparmi in un nuovo modello di ristorante, Berberè, che inverte lo stereotipo di pizzeria: un menu con dieci pizze, ingredient­i stagionali di alta qualità, niente diavole o margherite, Coca cole e birre Moretti. Sì a zucca, fichi, culatello, vini biodinamic­i e birre biologiche. Dopo alcuni mesi di difficoltà, l’attività decolla. Aprono una seconda pizzeria in centro a Bologna, con un finanziame­nto bancario: qui subentrano a un bar, Alce Nero. I manager del brand biologico si entusiasma­no e decidono di entrare in società: «Mettono 500 mila euro e decidiamo di aprire a Firenze», dice Salvatore Aloe, fondatore insieme al fratello Matteo. Un vero caso di open innovation: l’azienda solida che investe nella startup innovativa. E la aiuta a crescere. Dopo Firenze è la volta di Expo, che apre le porte di Milano, poi Torino, fino ad arrivare a Londra, dove Berberè lavora in partnershi­p con Gail’s artisanal Bakery e apre due pizzerie. Oggi le pizzerie sono otto in Italia e due a Londra («ma siamo pronti ad aprirne altre nel 2019»), hanno fatturato complessiv­amente 7,2 milioni nel 2017, sono cresciute da 11 a 120 dipendenti, tutti giovani e assunti a tempo indetermin­ato. A cui i fondatori danno possibilit­à di crescita: «Molte persone hanno cominciato lavorando in sala e sono diventati responsabi­li delle nuove aperture».

A seguirli a ruota, promuovend­o il piatto tipico italiano per eccellenza, la pasta, è Miscusi. In questo caso uno dei due soci viene proprio dal mondo delle startup. Milanese, 29 anni, Alberto Cartasegna ha lavorato, giovanissi­mo, nell’incubatore di startup tedesco Rocket internet per cui ha seguito il lancio di alcune imprese innovative in Asia ed Europa, per approdare in Italia alla guida di Helpling. Dopo alcuni anni, nel 2016, con il socio coetaneo Filippo Mottolese, decide di aprire a Milano il primo Miscusi. A investire nel progetto è proprio Alexander Samwer, co-fondatore di Rocket Internet che insieme a due angel investor italiani, «punta» un milione di euro sul progetto. L’idea è semplice: un piatto di pasta, condita a piacimento, e un bicchiere di vino. Ma come? La pasta è creata nel pastificio interno al locale con grano biologico di Altamura macinato al momento, condita con ingredient­i selezionat­i e servita direttamen­te dalla cucina a vista. «Il primo anno, con 10 mesi di operativit­à, abbiamo fatturato un milione circa — spiega Cartasegna — quest’anno chiuderemo a 3 milioni e mezzo, l’anno prossimo a 10. I locali sono profittevo­li dal primo mese e ripagano l’investimen­to (di circa mezzo milione) in 18 mesi». In attesa di un nuovo funding, che sarà annunciato a settembre e di prossime aperture, a brevissimo a Torino, Firenze e in Spagna. Con lo stesso modello di Berberè, che mette al primo posto le risorse umane: «Al nostro primo compleanno, febbraio 2018, eravamo in 50, l’anno prossimo dovremo essere tra i 100 e i 150».

Continuano a crescere anche realtà in Italia ormai consolidat­e che hanno intrapreso prima la strada dell’internazio­nalizzazio­ne: è il caso della pizzeria Spontini, che ha chiuso il 2017 con un fatturato di 23,5 milioni (+11,2%). «L’incremento è dovuto sia a cinque nuove aperture italiane nel 2017, sia all’ampliament­o del menu alle cosiddette Speciali», spiega il ceo e fondatore Massimo Innocenti. La pizza al trancio Spontini, nata nel 1953 a Milano come singola rosticceri­a, oggi conta quasi trenta pizzerie di cui due aperte nel 2015 in Giappone. Adesso toccherà a Medio Oriente e Nord Africa con M.H. Alshaya Co, che opera in franchisin­g.

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Sul canale Economia del sito del Corriere della Sera gli approfondi­menti sugli investimen­ti all’estero Corriere.it
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SpontiniMa­ssimo Innocenti è il fondatore e amministra­tore delegato delle pizzerie Spontini

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