Addio a Zolo, giurista critico dell’occidente
Un episodio, un artista nell’inserto rinnovato Professore a Firenze, era nato a Fiume nel 1936. Contestava l’ipotesi cosmopolita di un governo mondiale
Un’opera di Ugo Nespolo (Mosso, Biella, 1941) illustra nel nuovo numero dell’inserto la quinta puntata del grande romanzo a puntate de «la Lettura» (pagina a sinistra: foto grande). Opere di Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Nino Longobardi, Giosetta Fioroni avevano accompagnato gli episodi precedenti. Segno di un’attenzione sempre alta de «la Lettura» per l’arte e l’illustrazione anche nella nuova edizione ampliata. Dal 22 luglio il supplemento esce con più pagine, nuove rubriche e sezioni, al prezzo di 1 euro, restando in edicola per tutta la settimana. Proprio la copertina del 22 luglio, era stata firmata da Valvoline 2018: Marcello Jori, Lorenzo Mattotti, Giorgio Carpinteri, Igort e Daniele Brolli, riunitisi per l’occasione.
Il nuovo numero
Oltre al «Romanzo italiano», tanti sono gli argomenti trattati nel nuovo numero de «la Lettura». In occasione dei 150 anni dalla nascita di Edgar Lee Masters (23 agosto 1868), che nell’antologia di Spoon River (1916) cantò i destini dietro i nomi di un cimitero, sei poeti immaginano le vite di sei profughi. I versi di Franco Buffoni, Giuseppe Conte, Francesca Genti, Vivian Lamarque, Simone Savogin e Francesco Targhetta danno voce a chi non ce l’ha più e compongono una «Spoon River dei migranti», introdotta dall’articolo di Cristina Taglietti.
Le prime sei pagine del supplemento guardano invece al cambiamento climatico con un articolo di Fabio Deotto sulla tesi del «catastrofismo produttivo», il contributo di Franco Farinelli, con cinque casi che dimostrano come terra, clima e territorio siano ormai sempre più collegati, e quello di Antonio Navarra, presidente del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), su cause ed effetti degli elevati livelli raggiunti dalla quantità di anidride carbonica nell’atmosfera (411 parti per milione, contro la quota 200/380 mantenuta per migliaia di secoli).
Vincenzo Trione offre un ritratto di Hito Steyerl, artista tedesca dai tratti orientali, che nel 2017 è diventata la prima donna in vetta alla Power List della rivista britannica «Art Review» che cataloga le 100 personalità più influenti nell’arte contemporanea. Una mostra a Rivoli e un volume (Duty Free Art, traduzione di Nicoletta Poo, Johan & Levi, in libreria da ottobre) si preparano a celebrare la videoartista che ha rilasciato a «la Lettura» una (molto riluttante) intervista.
Walter Veltroni racconta a Emilia Costantini il nuovo film C’è tempo, che ha appena finito di girare tra Roma e Parigi. La storia on the road di un tredicenne orfano e di un quarantenne precario, osservatore di arcobaleni per passione, che scoprono di essere fratelli. Infine, l’inserto chiude con due racconti che, in modo diverso, conducono a fine Ottocento. Benedetta Cibrario racconta di Fortunato Prandi, uno dei ragazzi coinvolti nei moti del 1821. Mentre la scrittrice nordirlandese Bernie Mcgill ricorda un’escursione sull’isola di Rathlin, al largo della costa nord dell’irlanda, per fare ricerche sull’antico porto, tra storie di fantasmi e figure magiche. ● Ingegnere di Ibm per una ventina d’anni, De Crescenzo esordì come autore nel 1977 con Così parlò Bellavista (le sue opere sono edite da Mondadori). È autore di 44 titoli, tra narrativa (Sembra ieri, 1997, La distrazione, 2000) e saggistica, dal primo volume della Storia della filosofia greca (1983) a Ulisse era un fico (2010). È anche regista ● Danilo Zolo era nato a Fiume (oggi Croazia) nel 1936 e aveva insegnato a lungo Filosofia del diritto all’università di Firenze
Era un intellettuale collocato a sinistra, allievo critico di Norberto Bobbio e cresciuto alla scuola del cattolicesimo irrequieto di don Lorenzo Milani e padre Ernesto Balducci. Era vicino a Gino Strada e all’opera di Emergency. Ma il filosofo del diritto Danilo Zolo, scomparso a Firenze all’età di 82 anni, aveva posizioni decisamente anticonvenzionali: diffidava del concetto di «diritti umani» e definiva il processo di Norimberga contro i criminali nazisti «una vendetta dei vincitori sui vinti».
La sua era una visione pacifista,
«Spoon River»
A 150 anni dalla nascita di Edgar Lee Masters, autore dell’«antologia», sei poeti danno voce ai migranti
ma realista e convintamente antioccidentale, che negava ogni valore universale all’idea di libertà fondata sul primato della coscienza individuale. Rispetto all’ampia varietà di culture esistente nel mondo (per esempio l’islam e la tradizione asiatica confuciana), la pretesa di estendere su scala globale la concezione dell’uomo propria dell’illuminismo liberale gli appariva un abuso destinato a produrre conflitti sempre più violenti.
Nato a Fiume nel 1936, a lungo docente dell’università di Firenze, da giovane Zolo aveva pubblicato uno studio sul filosofo cattolico Antonio Rosmini, Il personalismo rosminiano (Morcelliana, 1963), poi si era dedicato alla dottrina marxista dello Stato.
I suoi lavori più interessanti e discussi erano usciti però a partire dagli anni Novanta, quando Zolo aveva contestato frontalmente la prospettiva di un governo mondiale nel saggio Cosmopolis (Feltrinelli, 1995) e poi la logica dell’interventismo democratico nel vo- lume Chi dice umanità (Einaudi, 2000). Zolo anteponeva i diritti dei popoli ai diritti dell’uomo, che considerava la maschera dell’imperialismo americano. E nel libro La giustizia dei vincitori (Laterza, 2007) si era scagliato contro quello che riteneva un uso strumentale del concetto di crimini di guerra da parte degli Usa.
Nel 2000 aveva fondato il centro studi sulla globalizzazione e il diritto internazionale «Jura Gentium». S’interessava con passione alla condizione carceraria. E aveva scandagliato il fondo più fragile e oscuro dell’animo umano nel saggio Sulla paura (Feltrinelli, 2011).
Il giudizio Considerava il processo di Norimberga ai nazisti «una vendetta dei vincitori sui vinti»