Marchisio, Principe triste dopo 25 anni dice addio alla Signora
La notte che segnò il suo primo gol con la maglia della Juventus andò a cena con papà alla «Cantinella», un ristorante dove si può tirar tardi, sulla rive droit del Po. Una sua rete aveva battuto la Fiorentina e a chi già lo paragonava a Marco Tardelli lui rispondeva: «Vorrei solo dedicare questo mio momento a Stefano Borgonovo, che sta combattendo una battaglia molto più dura di una partita di calcio. I paragoni? Fanno piacere, Tardelli è un esempio, ma c’è tempo per sperare di arrivare ai suoi livelli».
Il tempo passa in fretta e lascia il segno. Una mattina di mezzo agosto Claudio Marchisio scopre di non essere più un giocatore della Juventus. «Resto, anche se sono l’ultima scelta tra le seconde linee», aveva fatto sapere. «Ringraziamo Marchisio, ma per noi è come se fosse un giocatore svincolato, può andare davvero dove vuole», rispondeva la dirigenza bianconera. Più che una replica pareva la trama di un film muto degli anni Venti.
Il tempo passa in fretta, Marchisio con la Juventus è rimasto 25 anni: prima sembrava un gioco, poi è diventato un mestiere. Partirono in tre: lui, Sebastian Giovinco e Paolo De Ceglie. L’ultimo faceva il terzino e andò in prestito al Siena. Gli altri due della nidiata (settore giovanile bianconero) vennero mandati a Empoli.
Solo che quella stagione, 2007-2008, l’empoli non solo era in serie A, ma a differenza della Juve, gioca anche in Coppa Uefa. L’allenatore era Gigi Cagni, pronto a sostenere: «Claudio è uno dei centrocampisti italiani più forti, in assoluto». Lo fa esordire in serie A e in Europa. Una stagione, poi Marchisio e Giovinco tornano a Torino. Arriverà il primo gol in serie A, la Nazionale, passeranno gli allenatori, arriveranno altri giovani come Paul Pogba che Marchisio aiuterà a maturare. Ma soprattutto dieci anni fa
inizierà a crescere l’ital-juve, sarà fondamentale per vincere 7 scudetti di fila. Poi il tempo passa, nel 2016 arriva l’infortunio al legamento crociato anteriore, è il ginocchio sinistro e sembra anche un brutto presagio. Sei mesi dopo Marchisio torna in campo, la condizione arriva, ma è una fatica. Un altro anno e un tweet (benedetto) di Roberta Sinopoli (moglie del calciatore) chiede «più rispetto». Non c’è un destinatario esplicito, ma Massimiliano Allegri non la prende bene. È pur sempre lui l’allenatore dei record. «Può andare», dicono ieri mattina al Principino. Finisce l’ital-juve? Forse no, ma oggi pomeriggio parte la Juve di Cristiano Ronaldo.
La rescissione è (ufficialmente) consensuale, ma il giocatore è «sorpreso» e il suo dissenso appare profondo. Poi sui social dice: «Amo questa maglia al punto che, nonostante tutto, sono convinto che il bene della squadra venga prima. Sempre». Ha 32 anni, un anno di buonuscita. Forse raggiungerà Giovinco in Canada. Ci sarà ancora tempo per giocare, guadagnare, divertirsi. Segnare un altro primo gol. Magari dedicarlo a Borgonovo, che non c’è più.