Corriere della Sera

IL PENSIONATO DISOBBEDIE­NTE CAMPIONE DEL NO

- Di Aldo Grasso

Il Paese dove il No suona. Ad Alberto Perino, voce storica del movimento che si oppone alla linea Torino-lione, non va bene nemmeno il M5S: «I Cinque Stelle continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministra­tivi». E i No Tav della Val Susa promettono un autunno caldo, molto caldo. Possiamo guardare al futuro sempre opponendo dei No? All’ex bancario Perino (forse, dopo anni in cui si è annoiato allo sportello, si sente vivo ora, da pensionato disobbedie­nte)

Poteri La certezza che dietro ogni progetto ci siano sempre i poteri forti

non va bene nemmeno una classe dirigente come l’attuale, che crede poco allo sviluppo, ma che credeva alla «favoletta» del ponte che stava benissimo e giudicava inutili opere come la Gronda di Ponente.

No Tav, No Tap, No Triv, No Ilva, No Terzo Valico, No Europa: come se dietro ogni progetto ci fossero solo poteri forti, corruzione, malavita. Perché in Italia si assiste a un aumento così impetuoso di No alle infrastrut­ture e alle grandi opere? Perché questa folle corsa in retromarci­a? Perché la grammatica istituzion­ale è sparita a spese della propaganda?

«Le genti del bel paese là dove ’l sì suona». Quando Dante doveva riferirsi agli italiani, in un’epoca in cui l’italia non esisteva ancora, scorgeva nel «sì» il primo nucleo d’identità, la nostra identità. La cultura del No ci trascina solo in un gorgo, nella decrescita infelice, nel vituperio delle genti.

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