«Noi parte civile? Non vogliamo lo scontro Trovare un’intesa è utile alla città»
Marco Bucci: «Il porto di Genova non rischia la paralisi Ci sarà a breve una strada dedicata ai mezzi pesanti»
Da cinque giorni, dal martedì nero di Genova, il sindaco Marco Bucci è entrato in un vortice di riunioni. Ieri ha partecipato al Consiglio dei ministri.
Sindaco, ha ottenuto quello che chiedeva?
«Sì, quasi 29 milioni più 5 fino a dicembre per i primi interventi e la spesa corrente. Il governo ha capito le nostre esigenze. Sono soddisfatto».
Mentre lei partecipava al Consiglio, i vertici di Autostrade hanno presentato un piano di aiuto alla città citando il Comune come partner, ma sempre al condizionale. Collaborerete o no?
«Noi siamo disponibili a confrontarci con tutti coloro che ci vogliono aiutare. Se un’impresa mi offre una strada gratis come sindaco non dico di no. Ma non mi posso nascondere che Autostrade non è un’impresa qualsiasi. Ne parlerò con il governo. È chiaro che non dico in modo pregiudiziale di no. Io sono il sindaco e devo fare prima di tutto il bene della città, la giustizia deve farla qualcun altro».
Autostrade ha anche offerto da subito il transito gratis nel tratto Bolzanetogenova Ovest.
«Quello lo abbiamo chiesto
Il ponte sul Polcevera Si rifarà proprio nello stesso punto, ma non ci saranno più case sotto Oggi è inconcepibile
noi, per aiutarci in questa logistica di emergenza. Quindi va benissimo».
A proposito di logistica, il porto rischia una grave crisi.
«Non voglio più sentire queste previsioni catastrofiche. Mi riferisco anche alla stampa internazionale che parla di una città in ginocchio: sono balle. Dico al mondo dello shipping di non ascoltarle: ho fatto riunioni con gli operatori portuali genovesi, garantiscono tutti i servizi, non ci saranno problemi logistici, abbiamo trovato le soluzioni e il porto continua a fare business. Ci sarà entro brevissimo una strada portuale nelle aree Ilva dedicata esclusivamente ai mezzi pesanti da e per il porto».
Sembra molto sicuro...
«C’è un concetto di fondo che va capito. Le tragedie accadono. Questa è una tragedia e non dico oltre. Non ci sono umane parole. Ma nella storia le tragedie hanno aperto delle opportunità enormi. Genova oggi ha delle opportunità. Non parlo solo dei fondi che arriveranno. Mi riferisco a quel sentimento di comunità, di bene comune, che sembrava affievolito e che invece è rinato e che ci permetterà di superare egoismi e litigiosità. Non è retorica, io l’ho visto, l’ho sentito in questi giorni. Da questa tragedia Genova uscirà più forte e avrà il ponte più bello del mondo. Il ponte sul Polcevera».
Lei pensa che il ponte si rifarà nello stesso punto?
«Deve collegare le due gallerie, mi sembra obbligato. Quello che so è che non ci saranno più case sotto. Oggi è inconcepibile».
E le famiglie?
«Le famiglie coinvolte non sono solo quelle delle case che andranno demolite. Un certo numero dovrà restare fuori casa per almeno due anni, ma tutti riceveranno il massimo rispetto, sceglieranno loro cosa vogliono, se vogliono una nuova casa, se preferiscono un affitto pagato per due anni. Non bisogna che a una tragedia si aggiungano altri drammi umani come la perdita della casa».
Il Comune si costituirà parte civile nel procedimento per il crollo?
«Non è tanto nel mio spirito ma naturalmente mi dovrò confrontare con il nostro ufficio legale e con la giunta. Lei sa che vengo da un’esperienza manageriale in America e negli Usa ci si siederebbe tutti a un tavolo dicendo c’è questo e c’è quello e si troverebbe un accordo. Ma mi riservo di rifletterci».
Lei accetterebbe di fare il commissario straordinario come propone il deputato del Pd Vazio.
«Se me lo chiedono lo farò. Ma sono il sindaco e qui è necessario
qualcuno che si occupi a tempo pieno solo di questo. Sono favorevole a un commissario straordinario e collaborerò al massimo con chiunque. Non è tempo di divisioni politiche».
Il Comune ha mai avuto notizia della possibile pericolosità del ponte?
«Subito dopo il crollo ho fatto fare una ricerca dagli uffici: non c’è mai stato alcun documento con questo contenuto, ho fatto estendere la ricerca all’amministrazione precedente e non abbiamo trovato niente».
Però, il ponte era in continua manutenzione...
«Lo vedevo, come lo vedevano tutti i genovesi. Quando ho ricevuto la telefonata alle 11 e 40 e mi hanno detto è crollato il ponte Morandi ho pensato che fosse caduto qualche calcinaccio. Quando ho visto le immagini il mio primo pensiero è stato che fosse un attentato».
Alcune famiglie delle vittime non hanno partecipato ai funerali di Stato.
«Massimo rispetto. Il dolore deve scegliere le sue strade, non si può chiedere né tanto meno imporre nulla. Alle esequie le parole del cardinale Bagnasco le ho scolpite nel cuore, ha detto: costruiremo ponti e cammineremo insieme».
L’opportunità
Non mi riferisco solo ai fondi, ma anche a quel sentimento di comunità rinato dopo la tragedia